DALLA CITTA’ DI VITTORIA

L’assessore alla Cultura, Gaetano Bonetta, replica agli attacchi ricevuti dopo il suo intervento di sabato scorso alla conferenza del professore Uggeri al Convento delle Grazie.

“Ho sempre faticato a credere che il consigliere comunale Francesco Aiello fosse nello stato di prostrazione intellettuale in cui lo danno le cronache cittadine – afferma Bonetta -. Tanta è stata la stima, tanto l’affetto amicale che mi hanno imposto di resistere a convincermi di quella che ritenevo una forzatura, ma che, mi accorgo ora, è invece quasi una diceria benevola sul suo conto. Da qualche giorno mi sono dovuto ricredere. Sabato scorso, si è svolta in Assessorato un’esaltante manifestazione culturale in cui il concittadino professor Giovanni Uggeri, archeologo di fama internazionale, ha presentato il suo ultimo mirabile libro sulla storia di Camarina. Ebbene, nel discorso di saluto ho espresso il più vivo compiacimento per il fatto  che la storia di Vittoria possa accrescersi con una nuova memoria archeologica che ne valorizzi ancor più la ricchezza delle origini. In tale sana affermazione, condivisa con entusiasmo da un foltissimo pubblico, il consigliere Aiello ha rilevato: primo, che io sono uso dire stramberie e che sono un marziano, venendo da Marte; secondo, l’oscuro e immondo tentativo, complici il “me ne fottismo del sindaco” e “gli imprenditori edilizi”, di azzerare l’identità della nostra Città; terzo, che la mia operazione, cito testualmente, sembra rassomigliare “a quella delle squadre mafiose che uccidevano in Sicilia i lavoratori socialisti e comunisti negli anni ‘50”. Allucinante, farneticante! Facciamo finta che tutto ciò non sia da querela, per pura pietà umana. Soffermiamoci sugli aspetti socio-culturali. Mi accusa di volere cancellare, così come fanno i mafiosi, l’identità di Vittoria, la storia delle serre e del pomodoro, cioè quella in cui lo stesso tiranneggiava e trovava la sua identità personale e il suo quid esistenziale. Che dire? Ci troviamo forse di fronte a quella che gli specialisti chiamano una “percezione delirante”? Con ogni probabilità sì! Difatti, le dinamiche psichiche che emergono dai comportamenti politici del consigliere Aiello, esplose ancora sabato sera, lo fanno ben pensare. Egli sembra essere vittima di una dinamica particolare, di quella che chiamano l’ “auto-necrofagia”. Non riesce a staccarsi dal suo passato, e di esso si nutre, vive di un’identità che non è più reale, perché non esistono più le condizioni soggettive e oggettive per la sua esistenza. Per cui è come se si alimentasse solo del suo passato, che non c’è più, che è morto. Ecco, il motivo della sua “necrofagia”: da un punto di vista psicologico e intellettuale trova“nutrimento” nella sua identità “morta”, quindi nel “cadavere” della sua identità. In questa operazione intellettuale e psicologica trascina anche l’immagine  e l’identità di Vittoria, che per lui è rimasta ancora quella degli anni Cinquanta e Sessanta. Non riesce a convincersi o a capire che  Vittoria non è stata solo serre e pomodori: lo è stata prevalentemente, strutturalmente, ma era anche altro. Ed è proprio quell’altro che il vetusto e più volte Sindaco non ha mai visto, che ha sempre negato, quell’altro che  non ha mai curato e che quindi  non si è mai potuto sviluppare. E proprio tutto ciò che egli non ha visto   è ciò che ora si esprime e vuole esprimersi sempre più.  Non si è accorto che sono passati trenta, quaranta anni e che Vittoria vive in pieno il Terzo Millennio,  vuole vivere la sua tradizione e la sua identità socio-antropologica nella modernità, secondo i ritmi e le modalità dell’oggi, ove oltre all’economia materiale trionfa e diventa strutturale l’economia immateriale, quella fatta di cultura e conoscenza, di scienza, di arte, di benessere, di  bellezza e di gioiosa socialità giovanile”.

 

 

 

 

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