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DA STASERA “CINDERELLA”
13 Mag 2016 10:00
La favola di Cenerentola rivive nel balletto “Cinderella” di Fabrizio Monteverde che debutta stasera alle 20.30, al Teatro Massimo. Una riscrittura originale, che si ispira all’asciutta crudeltà del testo dei fratelli Grimm più che alla versione di Perrault, e che è ambientata in una scuola di danza, dominata dalla figura imperiosa della matrigna. Musiche di Georg Friedrich Händel (i Concerti Grossi, con l’aggiunta di alcune arie e duetti dalle opere), direttore Ignazio Maria Schifani, protagonisti Anbeta Toromani e Josè Perez, Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro Massimo, allestimento del Balletto di Roma.
Monteverde crea uno spettacolo dalle tinte forti nella precisa intenzione di mettere in risalto il tema della diversità, del disagio di un individuo che vive il dramma dell’emarginazione: in questo caso Cenerentola, emarginata dal “gruppo” per la sua bravura e per la sua bellezza. Più a fondo c’è la chiara idea di superare l’apparente semplicità della fiaba per scandagliare le angosce e l’inconscio di un individuo vessato.
Affascinato dalla bellezza di alcune arie, che ben riflettevano nel testo quella particolare “sofferenza” che ricercava e voleva ricreare, Fabrizio Monteverde ha selezionato e montato un supporto musicale unicamente händeliano per la propria idea coreografica.
Il balletto nasce nel 2006 in un momento di particolare sintonia del coreografo romano con la compagnia “Balletto di Roma”, con la quale instaura un intenso rapporto di collaborazione. Ripresentarlo al Teatro Massimo oggi è un’occasione per affinarlo e rinverdirlo. Per le differenti caratteristiche di ogni ballerino è stato comunque necessario riadattare a nuovi corpi, nuove sensibilità e nuove storie ciascun personaggio.
Come spiega Giuseppe Migliore nel programma di sala, “questa Cinderella racconta, con una commistione di stili, da una parte l’amore, attraverso un linguaggio neoclassico, fatto di linee morbide e di danza legata; e dall’altra il conflitto, la violenza e la malvagità individuabile in uno stile di danza secco, spezzato, nei passi duri, nello stile misto contemporaneo, in un’idea coreografica meno riconoscibile della danza d’accademia. L’opera gioca costantemente su questa linea di confine, su momenti di contrasto, alternando anche il singolo e il gruppo. Là dove la dolcezza di Cenerentola è espressa dalle linee pure, dalla lunghezza del movimento e dalla sinuosità tipica della danza accademica, il gruppo usa invece passi spezzati, violenti, produce rumore sul pavimento e inscena gestualità atipiche che mirano ad accentuare particolari note e tonalità. L’ambientazione scenografica è neutra e punta su dettagli esasperati, chiaramente ispirati al cinema espressionista tedesco, in uno spettacolo dominato dalle tinte bianche e nere. Gli unici elementi scenici sono otto letti da ospedale psichiatrico, chiaro riferimento all’espressionismo cinematografico tedesco di Robert Wiene, che di volta in volta saranno porte, letti, specchi, sbarre dell’aula di danza e si sveleranno solo alla fine del primo atto quando dovranno accogliere il sonno delle allieve”.
Lo spettacolo andrà in scena fino a giovedì 19 maggio.
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