CANTO DELL’ASCESI

Un viaggio attraverso la ricerca interiore di due artisti che hanno eletto la propria anima quale punto di partenza verso l’infinito. Così il viaggio sonoro, impreziosito dalla evocative immagini proiettate dal gruppo Qoelet Pro Optical System, diventa un momento sacro.

Tradurre il dialogo interreligioso in musica. Una serata straordinaria ha avvolto di suoni e luci la cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa, ancora una volta stracolma per il terzo appuntamento musicale del Festival delle Relazioni promosso dalla Fondazione San Giovanni Battista. A rendere unico l’incontro il talento di Juri Camisasca e Rosario Di Bella che hanno scelto Ragusa, la Cattedrale di San Giovanni Battista, per presentare in anteprima il loro nuovo progetto musicale “Spirituality”.

Si comincia con la suite strumentale che dà il titolo al concerto. Dal panorama sonoro sorge l’invocazione a Maria, “Shlom lech Mariàm”. Il viaggio incontrerà gli arcangeli messi in musica da Di Bella in tre canzoni intrise di dolcezza e devozione. Mentre  l’elettronica, dosata sempre con buon gusto ed efficacia, accompagnerà il Gregoriano in “Deus meus” e negli episodi più squisitamente pop del concerto.

Molti i brani inediti presentati a Ragusa che poi confluiranno in un disco di prossima pubblicazione. Gli echi del mondo zen sorgono in “Se incontri il Buddha uccidilo” e in quel gioiello poetico de “Il sole nella pioggia”. Nell’alternanza dei brani in scaletta Rosario Di Bella e Juri Camisasca trovano un’intesa che di certo arricchisce entrambi e, cosa ancor più sicura, affascina gli ascoltatori giunti a Ragusa da varie parti di Italia per applaudire gli artisti.

Le sonorità sono sempre molto avvolgenti, le ritmiche computerizzate accompagnano i viandanti cercatori di verità narrati nella celebre “Nomadi. Il pianoforte regala emozioni, mentre l’armonium indiano spezia d’oriente ampi stralci del concerto, soprattutto nel “Gayatri Mantra” eseguito magistralmente da Camisasca.

“Space and flowers”, musica di Rosario Di Bella e testo di Juri Camisasca, e “Pace” sono i brani che trovano un forte riscontro nel pubblico, sempre molto attento e partecipe a fronte di una proposta musicale non certo semplice.  

Il tempo, nella sospensione mistica, trascorre come per incanto. “I miei amici”, “Zadikiel” e “Il canto della beatitudine” annunciano la “declamazione in aramaico del Pater noster” che chiude il concerto ricordandone la dimensione squisitamente religiosa.

Gli applausi intensi del pubblico richiamano, tuttavia, gli artisti in scena. Rosario Di Bella propone l’angelica “Gabriel”, Juri Camisasca offre “Il Carmelo di Echt” sulla figura della mistica Edith Stein. In chiusura ancora “Pace” con la platea impegnata ad accompagnare a ritmo un brano davvero potente nella sua chiarezza e semplicità. “Pace in terra agli uomini, pace in cielo al vento, ad ogni filo d’erba scampato al cemento, pace a chi ritorna come acqua al mare, pace a questo tempo che non parla d’amore e pace a te”.

Parole che chiudono tra gli applausi un concerto memorabile.

 

 

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