BRESCELLO DA PATRIA DI DON CAMILLO E PEPPONE

Sfiduciato dal suo partito, con la Lega in procinto di sfilare sotto le sue finestre e Beppe Grillo che lo indica come uno degli scheletri nell’armadio del Pd, il sindaco di Brescello Marcello Coffrini, finito all’indice per aver definito Francesco Grande Aracri, figlio del boss della ’ndrangheta Nicolino, attualmente in carcere al 41 bis, “una persona gentile, tranquilla ed educata”, ha gettato la spugna, annunciando le dimissioni. Queste ultime saranno formalizzate entro pochi giorni consegnando il Municipio reggiano in riva al Po, indicato dall’inchiesta della Divisione distrettuale antimafia di Bologna come l’epicentro delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia, al commissario che lo traghetterà fino alle elezioni di giugno.” (La Repubblica)

Queste cose accadono anche in comuni del nostro territorio e ormai non ci stupiscono più di tanto. Ciò che in questa notizia colpisce è il nome della località resa famosa dai film in bianco e nero di Don Camillo e Peppone. Film noti non solo a chi appartiene alla generazione di chi li ha visti per la prima volta al cinema, ma anche a chi è abituato a vedere i film in televisione perché ogni anno viene riproposta tutta la serie e ultimamente sono usciti anche i DVD. Per inciso, piacevano molto a Giovanni Paolo II.

Brescello nel nostro immaginario è stato sempre il paese di Don Camillo e Peppone, personaggi creati dalla fantasia di Giovannino Guareschi e resi splendidamente da Fernandel e Gino Cervi, al punto che  il tentativo di un seguito delle loro storie con Terence Hill (si vede che gli piace indossare la tonaca) e un attore americano non ebbe molto successo.

Brescello teatro dello scontro tipicamente quarantottesco fra un prete che, pur parlando con il crocifisso, non si occupa solo di questioni religiose ma, se è il caso,  mena gli avversari con mani, piedi e …panche e un sindaco comunista che incarna gli aspetti più positivi del realismo dei dirigenti comunisti dell’epoca.

I due tutto sommato si stimano e si vogliono bene, (Peppone si adopera per far tornare Don Camillo al paese) e difronte alle avversità collaborano per il bene della gente. Commoventi, in questo senso, le sequenze dedicate alle alluvioni del Polesine.

Brescello ha rappresentato per anni la location (come si dice oggi) per la rappresentazione di un Italia povera, provata dalla guerra ma desiderosa di riscattarsi e di avviare la ricostruzione, di un’Italia in cui contavano ancora valori come l’amicizia, la stima, l’onestà anche nei confronti con gli avversari.

Adesso è “l’epicentro delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia”

Giovannino Guareschi , Fernandel e Gino Cervi si staranno rivoltando nella tomba !

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it