ANCORA POLEMICHE SUL RITARDO NEL PAGAMENTO DEGLI STIPENDI

“Nell’esprimere la mia piena solidarietà nei confronti dei dipendenti comunali e dei fornitori i quali, drammaticamente, vivono momenti molto difficili, ritengo opportuno, per l’ennesima volta, fare ulteriormente chiarezza su questa tragica situazione, di cui molti fanno finta di non sapere.

·        La premessa. I problemi legati alle criticità finanziarie del comune di Acate affondano le proprie radici già negli anni 2005/ 2006,  quando emerse chiaramente, dalla relazione dei Revisori dei Conti, che il Comune era uscito dal Patto di Stabilità, cioè spendeva più di quanto incassava. Documenti ufficiali, sempre ignorati, evidenziavano la crisi finanziaria del Comune. Nel 2009/2010, anche la Corte dei Conti sentenziò che il Comune inseriva nei propri bilanci quasi 8-9 milioni di Euro di “residui attivi remoti”, cioè soldi che avrebbe dovuto incassare,  ma non incassava e ammoniva a mettere i conti a posto.

·       Da allora iniziano grosse difficoltà al pagamento dei creditori ma, soprattutto, degli stipendi dei dipendenti comunali. Il dramma, però, esplode nel 2012, quando, nonostante i richiami ufficiali ministeriali, gli Amministratori e Consiglieri comunali con spregiudicata disinvoltura  deliberano  due fatti drammatici: “ l’ azzeramento” dei trasferimenti da parte dello Stato al Comune, finalizzati al pagamento degli stipendi degli impiegati, circa due milioni di euro l’anno, e l’uscita dal Patto di Solidarietà. Una scelta folle, questa, che condanna il Comune di Acate, sulla base del principio di sussidiarietà previsto dalla legge sul federalismo fiscale, a devolvere ogni anno circa ottocentomila euro ai Comuni in difficoltà. Dal 2012 ad oggi il Comune ha perso più di dodici milioni di euro.

·       Come sono stati pagati, allora,  i tanti Mutui e gli stipendi? Sono stati pagati con le tasse versate dai cittadini. Questo, però, ha comportato per l’Ente Comune l’accumularsi di una valanga di debiti: con la ditta Busso, con le discariche dei rifiuti,  con i proprietari dei pozzi, con le associazioni che assistono i nostri concittadini in particolari situazioni sanitarie, con le cooperative che svolgono servizi ed attività essenziali. Una situazione esplosiva e fuori da ogni logica politica e amministrativa.

·       La dichiarazione di Dissesto. Alla luce di questa situazione e grazie alle preziose indicazioni fornitemi in proposito da funzionari regionali, ministeriali  ed esperti finanziari, sono arrivato alla convinzione che l’unica soluzione utile ed immediata per poter salvare il tutto fosse quella della dichiarazione dello stato di dissesto. Una decisione che ci permetterà di riportare il Comune di Acate tra quelli “normali” e poter riavere i trasferimenti statali per pagare gli stipendi. Il rientro nel Patto di Solidarietà, inoltre, ci eviterà in futuro di dover versare somme esose ai Comuni in difficoltà. Sempre in tema di dissesto, volevo fare un’ultima precisazione su un gravissimo episodio di cui nessuno ha mai parlato. Nel 2012, sommersi dai debiti e impossibilitati a chiudere il Bilancio, l’amministrazione Caruso deliberò il dissesto. Delibera successivamente annullata dal Sindaco e dagli assessori, con la complicità dei funzionari,  quando capirono che c’erano guai per loro. E, forse, anche per salvare Enti e persone. Così si salvano tutti ma mandano in rovina il Comune, i Cittadini e i futuri Amministratori, nascondendo tutti i Debiti e impostando un bilancio falso ed apparentemente in equilibrio. Da allora, la tragedia finanziaria, senza fine. 

 

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