AMEN 3. OVVERO CI CREDO MI AFFIDO AD UNA SPERANZA

Carissimi,
 
così, l’Amen dei cristiani è affidamento alla speranza viva innestata da Dio nel cuore stesso della vita umana che passa nel tempo. In ogni momento della vita, in ogni suo gesto, il credente punta al futuro della pace in Dio: con la rivelazione che Dio ha fatto di se stesso, nei gesti e nelle parole (cfr. DV 2) del Figlio suo (cfr. Eb1,1-2), è stata impressa una nuova direzione alla storia. Essa non può essere più concepita come un “circolo chiuso”, in cui il principio dell’eterno ritorno è legge inesorabile. E’ invece un itinerario che ha un fine, verso cui tutti tendiamo. In questo viaggio, ci viene offerta da Dio stesso una vivida luce che illumina il nostro cammino, come recita il Salmo: “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118,105). Allontanarsi da essa, o rifiutarla, significa disorientarsi e perdere di vista la meta. Credere nel XXI secolo significa, pertanto, rispondere a Dio che rivela Se stesso e il suo disegno di salvezza, dando nel contempo una luce all’uomo in cerca del senso ultimo della sua vita. Ogni giorno dobbiamo “controllare” i passi di questo cammino: la vita è un viaggio che dura poco, a ha un destino eterno. Possiamo farlo, se riflettiamo sulle nostre piccole e grandi speranze. Cosa speriamo, davanti alla sofferenza degli ammalati e dei soli, alla morte violenta di tanti giovani, all’immiserimento di molti nella società dei consumi, alla crisi del lavoro, all’indifferenza dei più? L’Amen cristiano resiste al degrado dell’individualismo e dell’indifferentismo, Se dici Amen, allora ciò che speri catalizza i tuoi sforzi quotidiani di ottenerlo già qui, su questa terra e poi nell’eternità. Allora sarà vero: con un Amen i cristiani “elaboriamo il lutto”. Diventa un “ci credo” nella resistenza più grande dell’uomo, oltre la morte, perché noi risorgiamo nella carne e dunque non come animelle svolazzanti nelle pianure della verità, ma anche con il nostro corpo: risorgiamo come corpo. Alla morte, – nostro vero e ultimo nemico-, il Signore della vita non lascia niente, nemmeno il nostro corpo: risorgeremo nella carne, risorgeremo “noi”, così come siamo, così come siamo stati, persone impegnate nella carità. Un Martedì santo ricco di gioia e di speranza viva,
Vi abbraccio +donTonino

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