Ambiente, sarà una transizione sostenibile? L’associazione Ragusani nel Mondo ne parla a Levico Terme

E’ Il tema del momento, che pone angosciosi interrogativi ad una umanità sempre più lanciata verso il baratro senza ritorno. Saprà il mondo sottrarsi ad una catastrofe annunciata, con il clima sconvolto da sempre maggiori emissioni di anidride carbonica, ed i popoli, soprattutto quelli a maggiore densità abitativa e/o a minore vocazione democratica, incapaci di attivare virtuose politiche di transizione verso il verde e un maggiore rispetto dell’ambiente?


E’ stato il tema trattato dal 4 al 6 novembre a Levico Terme, in un convegno organizzato dall’Associazione Trentini nel Mondo a nome delle associazioni aderenti all’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrazione Emigrazione) cui ha partecipato anche l’Associazione Ragusani nel Mondo, con il proprio direttore Sebastiano D’Angelo, quale componente del direttivo dell’Unione.


Il Convegno, promosso annualmente dall’Eza (Europäisches Zentrum für Arbeitnehmerfragen) per promuovere il dialogo sociale sulle tematiche del lavoro in Europa, è stato quest’anno incentrato sul tema del Green Deal e il ruolo che i lavoratori avranno all’interno di questa transizione. Al seminario, organizzato con il sostegno finanziario dell’Unione Europea, hanno partecipato studiosi e ricercatori di ben tredici Nazioni Europee, con relazioni e interventi di alcuni fra i maggiori esperti del settore, che hanno accennato agli scenari terrificanti dovuti alla ripetuta dissennatezza dei responsabili delle politiche ambientali del pianeta, conformemente a quanto si discute negli stessi giorni nel forum mondiale de Il Cairo.
Fra i temi trattati, quello delle conseguenze del cambiamento climatico sulla mobilità dei popoli, che ci riguarda particolarmente come Paese Frontaliero, con i continui sbarchi sulle nostre coste di migliaia di migranti che sfuggono da un tragico futuro anche come conseguenza dei disastri ambientali provocati da un clima ovunque impazzito.
“L’ambiente puo’ infatti agire su una serie di fattori che motivano le persone a migrare, esasperando difficoltà economiche e sociali e inasprendo situazioni di instabilità politica e conflitti – spiega D’Angelo – Altro tema particolarmente trattato è stato quello afferente i costi sociali del passaggio alla transizione verde, verso un modello produttivo di minore impatto ambientale, che provocherà forti ripercussioni sul mercato del lavoro , con consistenti esuberi di mano d’opera non specializzata, e la conseguente necessità di forti investimenti nella formazione e riqualificazione in nuove mansioni. Questo vale in particolare nel settore automobilistico”.


A margine del convegno si è tenuto l’annuale incontro del direttivo dell’UNAIE, che ha analizzato l’attività dell’Unione nel pregresso periodo, e pianificato le attività principali da intraprendere nel prossimo futuro, tra cui in particolare un incontro a breve con il nuovo Ministro degli Esteri e/o il Sottosegretario con delega agli Italiani all’estero, per un rilancio delle politiche comuni nel settore dell’emigrazione italiana nel mondo.

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