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ACCOLTO IN PARTE IL RICORSO DELLA MAMMA DI TIZIANA CANTONE
04 Nov 2016 15:53
Dovevano essere rimossi da Facebook i link e le informazioni relativi a Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano (Napoli) suicidatasi il 13 settembre scorso dopo la diffusione sul web, a sua insaputa, di video hard che la ritraevano, una volta venuta fuori l’irregolarità. Ciò a prescindere dall’ordine dato dalle autorità amministrativa o giudiziaria.
Lo ha stabilito il Tribunale civile di Napoli Nord che con ordinanza ha parzialmente respinto il reclamo di Facebook Ireland, dando invece ragione alla madre di Tiziana, Teresa Giglio.
Il collegio, presieduto da Marcello Sinisi, ha però accolto la parte del reclamo presentato dai legali di Facebook Ireland, disponendo che non sussiste alcun obbligo per l’ hosting provider di controllare preventivamente tutte le informazioni caricate sulla varie pagine.
“E’ una pronuncia molto equilibrata – ha commentato Andrea Orefice, avvocato civilista legale della madre di Tiziana – perché introduce il principio, rigettando quanto asseriva Facebook, secondo cui un hosting provider, pur non avendo un generale obbligo di sorveglianza su tutto quanto viene pubblicato sui propri spazi, deve però rimuovere le informazioni illecite, quando arriva la segnalazione di un utente. E’ quello che è avvenuto nel caso di Tiziana. E non deve attendere che il sia Garante della Privacy oppure il giudice ad ordinargliene la rimozione”.
La procura della Repubblica di Napoli ieri ha chiesto l’archiviazione nei confronti di quattro persone che erano state querelate lo scorso anno per diffamazione dalla Cantone.
Secondo l’accusa originaria, gli indagati erano stati accusati di aver diffuso i video, una dichiarazione poi modificata in un successivo interrogatorio.
La richiesta di archiviazione è stata avanzata dal Pubblico Ministero Alessandro Milita, titolare del fascicolo coordinato dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli.
Sulla vicenda è in corso un’altra inchiesta, condotta dalla procura di Napoli nord, per l’ipotesi di istigazione al suicidio.
Giuseppe Raciti
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