È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
A SOSTEGNO DEL POPOLO CURDO PER LA LIBERTA’ DI ABDULLAH OCALAN
11 Nov 2016 06:54
La repressione del governo e del presidente turco ha raggiunto un nuovo picco: Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag e altri 11 deputati del Partito Democratico dei Popoli (HDP) sono stati arrestati in tutta la Turchia. Il 30 ottobre, Gülten Kisanak e Firat Anli, co-sindaci della Municipalità di Diyarbakir, eletti democraticamente, sono stati arrestati e messi in carcere. Al loro posto è stato messo un funzionario Ankara. Il numero di municipalità curde gestite da burocrati designati dal governo centrale ora è arrivato a 28. Circa 30 sindaci eletti democraticamente si trovano in carcere e altri 70 sono stati destituiti dal governo centrale.
Dal tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016, l’AKP ha colto l’occasione per eliminare qualsiasi opposizione. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, migliaia di dirigenti, consiglieri comunali e provinciali, sono stati incarcerati con accuse prive di fondamento. Non c’è libertà di espressione e di stampa, né libertà accademica, né un sistema giudiziario giusto e indipendente. Sono stati epurati migliaia di accademici, docenti, avvocati e giuristi. Con i decreti del governo oltre 170 organi di informazione sono stati vietati. Più di 130 giornalisti sono in carcere, compresi autori e intellettuali di fama internazionale. Recentemente due agenzie stampa DIHA e JINHA (unica al mondo fatta di sole donne) e diversi quotidiani curdi sono stati chiusi; i redattori i e giornalisti del quotidiano Cumhuriyet sono stati arrestati. Da luglio 2016 più di 80.000 persone sono state poste in detenzione e in gran parte si trovano ancora in carcere.
Esprimiamo preoccupazione per il perdurare della segregazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan. Le sue proposte per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione della Turchia oggi si confermano più che mai valide. Anche per questo chiediamo la liberazione di Abdullah Öcalan e di tutti prigionieri politici.
Condanniamo la politica del governo turco, che con l’obbiettivo di cancellare le conquiste democratiche del movimento curdo – che rappresentano un possibile modello di convivenza per tutto il Medio Oriente – unitamente a vecchie rivendicazioni territoriali, rischia di trascinare la regione nel baratro.
Condanniamo l’atteggiamento dell’Unione Europea e delle Istituzioni Internazionali che per lungo tempo hanno assistito alla degenerazione autoritaria in Turchia senza assumere alcuna iniziativa politica concreta per indifferenza o opportunismo, come dimostrato nell’accordo Turchia UE sui profughi, che calpesta i diritti umani e alimenta un circuito di sfruttamento della disperazione.
Condanniamo l’ipocrisia dell’UE e del governo italiano che finge di non vedere civili uccisi sul confine turco o attaccati nell’Egeo e ignora lo sfruttamento, in particolare dei bambini, gli innumerevoli casi di violenze e abusi sessuali su donne e minori.
Chiediamo l’immediata cessazione dei rapporti diplomatici e commerciali con la Turchia e la sospensione delle trattative per l’ingresso nella UE.
(Dall’Appello dell’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia – Rete Kurdistan Italia)
Ragusani Solidali con il Popolo Curdo
c/o C.U.B., via G. B. Odierna, 212 – Ragusa
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