È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
A SEGUITO DEI CONTROLLI DI POLIZIA
28 Feb 2014 17:19
In riferimento alla nota stampa trasmessa dalla questura di Ragusa in data 14 febbraio c.a., il sottoscritto Simone Mazzone, gestore del bar-ristorante il Bon alla zona industriale di Ragusa ( citato nel documento stampa in questione in merito all’esito dei controlli in locali pubblici) intende mettere in evidenzia i seguenti passaggi:
– A seguito dei controlli da parte del personale della Questura di Ragusa, al sottoscritto sono state elevate sanzioni per un complessivo pari a 1000€, relativamente al mancato rispetto del divieto di fumo (in un’area ben circoscritta del locale, quale l’ingresso allo stesso) e per la mancanza di alcoltest monouso, di cui il sottoscritto si è già dotato. Ho avuto la possibilità di procedere, nei giorni successivi, alla consegna direttamente in Questura dei documenti mancanti, ma di cui il locale era già in possesso, relativamente al piano HACCP e i libretti attestanti la formazione sanitaria di ciascun addetto alla manipolazione delle sostanze alimentari. E tutto è risultato perfettamente in regola.
In modo contestuale, sono in attesa che l’Inail provveda alla trasmissione al sottoscritto della sanzione elevata per la presenza la sera di sabato 8 febbraio giorno, in cui sono stati effettuati i controlli, di lavoratori non in regola. In riferimento a ciò, mi assumo totalmente le mie responsabilità e provvederò al pagamento della sanzione che sarà comminata. Vorrei però sottolineare che quella sera, vi erano lavoratori non in regola ed anche altrettanti assolutamente in regola. Ciò a dimostrazione, che il sottoscritto non è fautore del lavoro in nero, ma, per un gesto di superficialità, in una serata in cui ha registrato il sold out di prenotazioni e aveva, nel proprio team, alcuni dipendenti assenti, ha pensato di chiedere l’intervento professionale di personale extra per far fronte all’emergenza che si è venuta a creare. Questa certamente non è una giustificazione, in quanto riconoscono la superficialità con cui è stata assunta la decisione, ma serve a dimostrare che il sottoscritto ha pieno rispetto delle regole e di tutta la normativa sui contratti di lavoro, altrimenti sarei stato in difetto su tutti i fronti. Ragione per cui, alla luce dei controlli condotti, mi assumerò le mie responsabilità, come è giusto che sia, pagando le sanzioni che saranno elevate e avendo provveduto a regolamentare la mia posizione.
1. – A questo aspetto prettamente tecnico, tuttavia voglio accostare una mia personale riflessione. Per chi non lo sapesse, sono un giovane imprenditore, anche se questo termine (con cui sono definito in quanto iscritto a Confindustria) alcune volte mi appare roboante rispetto a come mi giudico io. Comunque sono un giovane imprenditore che lavora quotidianamente e costantemente, avendo guadagnato con fatica e sacrifici ciò che oggi ho. Gestisco un locale, non di mia proprietà, al quale ho dedicato tanto interesse e che rappresenta la realizzazione di un sogno che avevo sin da adolescente. In modo contestuale sono editore di due prodotti giornalistici, realizzando, anche in questo caso, un mio pallino che mi ha accompagnato sin dopo aver preso il diploma. Questo per dire che ciò di cui mi occupo non l’ho ereditato, non mi è stato regalato, né fortuitamente me lo sono trovato tra le mani. Ma l’ho profondamente coltivato, l’ho curato sin nei minimi dettagli, senza godermi, in taluni casi, giorni festivi o vacanze. Tutte le mie giornate, come può confermare ciascuno dei miei collaboratori, le trascorro in macchina a girare da un posto all’altro per svolgere le mie mansioni, siano esse di rappresentanza (laddove richiesto), ma anche tranquillamente di semplice manovalanza, senza essermi mai sottratto al lavoro duro e molte volte senza orario. Ogni giorno non mi risparmio per ciò in cui credo e soprattutto perché ho sulle mie spalle, la responsabilità di tanti professionisti con cui lavoro quotidianamente che mi hanno aiutato a crescere, e a cui devo rispetto. Con questo non voglio assolutamente dire che sono una “vittima” di trent’anni, ma soltanto che credo talmente in quello che faccio che i sacrifici li affronto e non mi incutono timore. Forse una lunga premessa per descrivere chi sono e per spiegare il perché sia rimasto piuttosto amareggiato quando il mio lavoro non è stato adeguatamente considerato, non dico esaltato o incensato, ma almeno rispettato. E’ facile puntare il dito e tacciare di poca professionalità o pressapochismo una persona quando, in assoluta buona fede, come nel mio caso, commette uno sbaglio che ho riconosciuto nell’immediato. Ma, io amo la città in cui vivo e non ho mai mancato di esaltarla, ecco perché sono rimasto profondamente sorpreso quando, appreso l’esito dei controlli effettuati al Bon, è stato più semplice, da parte di alcuni, fare congetture, condannare, criticare, appellarmi anche quale irresponsabile, piuttosto che soltanto comprendere o attendere l’esito di come stavano le cose. Io ancora, da sognatore, credo che il corporativismo, il forte sentire l’appartenenza ad una realtà, il saper gioire e sentirsi orgogliosi dei successi che la città compie, in qualunque ambito si esplichino, siano essi di natura imprenditoriale, culturale, sociale, amministrativa, debbano essere un collante vitale al quale non si deve derogare. Solo se siamo tutti insieme, si può circoscrivere il fantasma della crisi che attanaglia qualunque settore produttivo e sociale. Ma se già siamo inclini a fare lo sgambetto o soltanto a giudicare, con parole taglienti come lame, allora non riusciremo a essere cittadini che fanno la differenza. Mi chiedo sempre il perchè sia così semplice condannare o giudicare, piuttosto che conoscere e sapere? Perchè siamo più bravi a colpire piuttosto che porgere una mano? Perchè ricorriamo alle parole e a congetture in modo superficiale, senza immaginare quali conseguenze possano avere? Ed in ultimo mi e vi chiedo, se in questa circostanza, piuttosto che una persona che non conoscete, io fossi stato vostro figlio, vostro fratello, un vostro amico, il fidanzato, vostro nipote… non sareste rimasti male se fossi stato offeso, così come, a denti stretti, in questi giorni è accaduto? Io sono disposto a difendere con le unghie e con i denti ciò che ogni giorno costruisco! Ognuno ritengo possa custodire una risposta a ciascuna delle domande poste. Io conservo, diligentemente, le mie!
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