È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
60 GIOVANI DELLE REGIONI ITALIANE INCONTRANO GLI OPERATORI DI “NOSTRA SIGNORA DI GULFI”
05 Ago 2015 16:32
Sessanta giovani provenienti da varie regioni italiane (Sicilia, Lombardia, Piemonte,m Veneto, Trentino Alto Adige, Lazio, Marche) hanno incontrato ieri gli operatori delle cooperative “Nostra Signora di Gulfi” e “Fo.Co”, che gestiscono le comunità per richiedenti asilo a Chiaramonte Gulfi. I giovani partecipano al “Siracusa Campus 2015”, organizzato dall’associazione “Giovani per un Mondo Unito”, diramazione giovanile del Movimento dei Focolari, che si svolge all’interno dell’Istituto scolastico “Nino Martoglio”, nel quartiere Santa Panagia: per dieci giorni, tutte le mattine, diverse attività e laboratori per i bambini della scuola e per l’intero quartiere.
Martedì pomeriggio i sessanta giovani del “campus” hanno fatto tappa a Chiaramonte Gulfi per conoscere da vicino la realtà delle comunità di accoglienza, gestite dalla cooperativa “Nostra Signora di Gulfi” e “Fo.Co”. L’incontro si è svolto nella sala “ex Giudice di pace”. A dare loro il benvenuto c’era il sindaco Vito Fornaro. I giovani hanno interloquito con i responsabili delle cooperative: Salvatore Brullo, responsabile del progetto SPRAR di Chiaramonte Gulfi, Gianvito Distefano, presidente della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, Alessandro Brullo, presidente della cooperativa “Fo.Co” e con i docenti e gli educatori del centro. Con loro anche Maddalena Maltese, giornalista di Città Nuova. E’ stata presentata l’esperienza di accoglienza diffusa / integrazione nel territorio / lavoro. “La nostra cooperativa – ha detto Brullo – ha scelto questo metodo di accoglienza: non un grande centro, ma tante piccole case, che ospitano da 4 a 6 migranti, che si integrano nel territorio. Noi seguiamo questi giovani, ma li lasciamo liberi di organizzarsi la loro vita, di gestire la loro casa. Forniamo dei ticket che permettono di acquistare i cibi nei negozi di Chiaramonte. Questo crea rapporti con il territorio, con la cittadina, relazioni umane con i suoi abitanti, dà dignità agli ospiti. Cerchiamo di trasformare l’emergenza sociale in un’opportunità per il territorio perché i fondi che arrivano per l’accoglienza dei migranti rimangono nel territorio”. Brullo ha aggiunto: “Lavorare nel settore dell’accoglienza è un’esperienza molto forte. Faccio questo lavoro da 15 anni, ascolto storie drammatiche che provocano una forte commozione interiore”. E sulla situazione attuale in Italia spiega: “Noi dobbiamo abbandonare l’idea del “noi” e “loro”: i migranti sono persone, persone con una loro storia e dignità. Abbiamo conosciuto persone che possono dare un contributo importante alla società. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità: la presenza dei migranti non è più solo un’emergenza, è una realtà. Si possono fare mille polemiche e commenti, la situazione non cambia. Dobbiamo prendere atto che i migranti ci sono e ci saranno. Anche parlare di “integrazione” può essere un errore. L’integrazione non è solo “inclusione sociale”, ma “noi” e “loro”: insieme, dobbiamo percorrere un pezzo di strada e costruire la società del futuro, le città in cui tutti dobbiamo vivere”.
Maddalena Maltese, giornalista di Città Nuova, ha raccontato le sue esperienze di “inviata” nelle città degli sbarchi e soprattutto a Lampedusa, piccola isola dove la comunità locale ha vissuto esperienze forti di accoglienza, aprendo le porte e donando quanto possibile per i bisogni dei migranti. Ha raccontato delle persecuzioni forti, in vari paesi, che riguardano cristiani, musulmani, copti. Ha raccontato dell’accoglienza della chiesa libica per aiutare tanti uomini in fuga, soprattutto etiopi. Ha ricordato come i fondi destinati agli immigrati provengano, per l’ottanta per cento, dall’Unione europea. “Non sono soldi che spendiamo per gli immigrati, ma soldi che, senza gli immigrati, non ci sarebbero. I migranti portano ricchezza nel nostro paese. Oggi, si calcola che producano il 9 per centro del PIL nazionale. Ma lo Stato spende per loro appena lo 0,2 per cento. Ed è grazie a loro, al loro lavoro, che si regge anche il nostro sistema pensionistico”. Maddalena Maltese ha anche sfatato l’idea che l’Italia viva la più grande emergenza sul fronte degli immigrati. “E’ vero, sbarcano qui. Ma la maggior parte non rimane qui. Le mete sono altri paesi. La Germania è, in assoluto, la nazione che ospita il maggior numero di migranti. In Germania vivono tantissimi turchi e curdi”. Si è accennato anche ai tempi lunghi dei permessi di soggiorno: “Queste persone rimangono a lungo senza avere una certezza sul loro futuro. I tempi potrebbero essere più brevi. Si rimane in attesa troppo tempo prima di conoscere l’esito della richiesta di asilo. Nel frattempo, il migrante non può lavorare”.
I sessanta giovani hanno poi effettuato un breve tour nel centro storico della città. In serata, festa insieme nel giardino del santuario di Gulfi, che ha accolto i ritmi e le danze africane che i giovani migranti hanno proposto ai loro ospiti italiani. Musica e danza creano fraternità ed è l’esperienza che i giovani, italiani e stranieri, hanno vissuto. La cena insieme, con pizza e Coca Cola, ha concluso la serata prima di un “arrivederci” carico di gioia e di emozioni, di un’amicizia vera costruita in un caldo pomeriggio di agosto.
© Riproduzione riservata