VORREI ESSERE UN PADRE

Ho una pazienza fuori dal comune. Ho un certo auto-controllo che mi permette di vivere e sopravvivere. Ho una moglie, la seconda, che amo e che mi ama. Un lavoro che amo. Una famiglia cha adoro. Sono ben voluto da amici, colleghi, superiori gerarchici, antagonisti e nemici. Ma non ho i miei figli!

Sono un padre felicemente separato dalla loro madre per mille e un motivo ma, per i loro occhi sono il più brutto e cattivo dei padri. Non li vedo da due anni. Non posso avvicinarmi perché aggraverei una situazione già debole e pronta a scoppiare. Li ho lasciati a 4 anni e tutto avrei immaginato tranne che la mia dolce ex moglie li avrebbe spalmati e manipolati al suo volere ed a quello dei nonni materni. Ma allora sono affetti dalla P.A.S? (Parental Alienation Syndrome). Ma che… quella non esiste… lo hanno detto anche alla TV che la comunità scientifica internazionale, non l’ha riconosciuta…

Eh, ma com’è che allora i miei bambini, ops… chiedo scusa, i SUOI bambini non vogliono più vedere il loro papà?

Eppure, ero il loro giocattolo preferito… ero il pagliaccio dei loro giochi… il loro Tata preferito… il loro racconta-favole preferito… la loro risposta ad ogni domanda… il loro UOMO forte della casa!!!

E adesso sono il peggior nemico. Sentirmi dire, al telefono, di non chiamare più e dimenticare quel numero… aver rovinato la giornata, nel momento in cui li incontri casualmente… sentire testimonianze di amici comuni che sono orfani… cambiare la parola papà con “nonno” la poesia dedicata al papà…e non mi dilungo oltre!

Beh, ma tanto c’è la giustizia che ci pensa… ma quale giustizia! Tutti gli organi ufficiali li ho scomodati. Gli assistenti sociali, il tribunale dei minorenni… quello ordinario… l’avvocato della dolce e amorevole ex moglie, implorandolo di intercedere con la sua cliente, affinché si ponga l’obiettivo di far crescere i suoi figli anche con la presenza del loro padre. Ma che… niente e nessuno potrà mai darmi indietro 9 anni di vita accanto ai miei figli. Niente e nessuno potrà mai avere quell’affetto che ho dentro di me e che ho conservato in un cassettone del mio cuore, perché è riservato solo a loro e a nessun altro. Potrei protestare, accanirmi, incatenarmi, darmi fuoco… ma non è una soluzione anzi, non la ritengo affatto una soluzione.

Ma sta benedetta Sindrome di Alienazione Parentale… esiste o no? Vorrei chiederlo a chi sta curando la mia  vicenda . Ed invece, bisogna attendere il volere divino per una patata bollente come quella che narro.

Ora hanno 13 anni, sono cresciuti abbastanza ma non da farli decidere da soli e vivono dentro quella campana di vetro che prima o poi si frantumerà in mille pezzi… almeno lo spero, e poi si che potrò anche morire. Non potrò mai avere una gioia più grande se non quella di quando abbraccerò i miei bambini e ritornare a giocare col loro.

Ma forse niente è perduto… Ho ancora una solida speranza che mi potrà far vivere quei momenti meravigliosi: Una speranza in DIO!

Lettera firmata

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