VENEZIA 73, TRA GRANDI MAESTRI E NUOVI TALENTI

Il viaggio di quattro amiche per Questi giorni di Giuseppe Piccioni, una coppia alle prese con una gravidanza inattesa per Piuma di Roan Johnson e una riflessione sull’immortalità attraverso le parole di Jorge Luis Borges nel documentario Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Sono questi i tre film italiani in corsa per il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia (31 agosto – 10 settembre).

Diciannove titoli in concorso presentati oggi dal direttore Alberto Barbera e dal presidente Paolo Baratta, che vuole avere un pubblico sempre più vasto e vario. E così accanto a maestri del calibro di Emir Kusturica, Wim Wenders, Terrence Malick, Francois Ozon il programma prevede molto cinema realista,omaggi ai maestri che ci hanno lasciato (Cimino e Kiarostami) e una sezione, Cinema nel giardino (Muccino, il documentario di Santoro, il cartoon campione di incassi Pets – Vita da animali), che si propone di ampliare i confini di ciò che si può e si deve mostrare in un festival e di renderlo quindi più popolare, più accessibile o forse solo semplicemente più vario.

Sono tre titoli molto diversi fra loro quelli dei nostri registi in concorso: il ritorno di un maestro come Giuseppe Piccioni quattro anni dopo il suo Il rosso e il blu, alle prese questa volta con un ritratto di quattro giovani donne in un momento di svolta delle loro vite (nel cast anche Margherita Buy, Filippo Timi, Sergio Rubini), il terzo film di un autore ricco di talento come Roan Johnson capace di passare con disinvoltura dal cinema alla tv e viceversa (tra i titoli da ricordare I primi della lista , Fino a qui tutto bene e la serie de I delitti del BarLume) e infine il documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti che, come loro stessi descrivono nelle note di regia, “è un film girato in diversi luoghi del mondo, una sinfonia visiva, un inno alla parte migliore degli uomini, un omaggio alla ricerca e alla tensione verso l’immortalità”. Ma in corsa per il Leone d’Oro troviamo anche Terrence Malick con il documentario Voyage of Time con Cate Blanchett e Brad Pitt e la colonna sonora di Ennio Morricone,Emir Kusturica con il kolossal On the Milky Road con Monica Bellucci Francois Ozon con Frantz, una storia d’amore ambientata in una piccola città tedesca all’indomani della Prima Guerra Mondiale, Denis Villleneuve con Arrival (Sicario), un film di fantascienza con Amy Adams e Jeremy Renner. E poi Wim Wenders con il 3D, Les beaux jours d’Aranjuez che ha nel cast anche Nick Cave, il maestro russo Andrei Konchalovsky con Paradise ambientato durante la seconda guerra mondiale, l’americano Tom Ford e il suo Nocturnal Animals. Concludono la selezione The Bad Batch di Ana Lily Amirpour, Une vie di Stephane Brizé, The Light Between Oceans di Derek Cianfrance, El Ciudadano Ilustre di Mariano Cohn e Gastón Duprat,The man who left di Lav Diaz,La región salvaje di Amat Escalante, Brimstone di Martin Koolhoven, El Cristo ciego di Christopher Murray.

Giuseppe Racit

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