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UNA LISTA CHE FA RIFLETTERE
28 Gen 2013 11:03
L’Italia è senza dubbio una delle mete turistiche più gettonate dai turisti, ma è altrettanto vero che spesso la Penisola viene messa sotto accusa o per le strutture turistiche ritenute alquanto improvvisate, oppure per i prezzi eccessivamente alti. Sulla base di queste considerazioni si spiega perché, nella classifica enoturistica del 2013 di Wine Enthusiast, tra le prime dieci destinazioni enogastronomiche del mondo, l’Italia è presente solo con la Puglia e per giunta al decimo posto.
Ora questa lista ha in qualche modo turbato, non a torto, molti appassionati enogastronomi italiani. Tenuto conto che la rivista si occupa soprattutto di vino, è normale che l’esclusione di certe zone blasonate ha creato qualche aspra polemica, che è sfociata in una sorta di scambi di accuse tra regioni. Come mai la Puglia viene considerata migliore zona enogastronomica del Piemonte o della Toscana? Può essere che il negroamaro o il Primitivo di Manduria viene considerato migliore del Barolo o del Brunello di Montalcino? E la cucina pugliese può ritenersi superiore alla tradizione langarola del tartufo bianco?
Riflettendo attentamente, la polemica risulta abbastanza sterile, poiché bisogna tenere presente soprattutto un fattore: una rivista non può certo ogni anno proporre sempre la stessa lista con gli stessi posti. Altrimenti che senso avrebbe pubblicarla ogni anno? Si può anche far venire il dubbio che dietro queste scelte ci siano molte pressioni da parte delle località interessate, ma è anche vero che non si possono riproporre sempre le stesse mete.
Le scelte, inoltre, sono influenzate anche dalla situazione economica generale. La Puglia è ancora una metà dov’è possibile spendere poco senza dover per forza mangiare male. Penso che nessuno si sogni minimamente di mettere a confronto i grandi vini piemontesi con i vini pugliesi, ma è innegabile che i vini piemontesi sono spesso troppo cari, mentre i pugliesi, nonostante siano perlopiù schietti, sono economici e abbastanza gradevoli. La rivista in questione, inoltre, prende in considerazione più che i prodotti di per sé, il rapporto tra i turista e il luogo. Quindi quando si parla di cucina è ovvio che ci si riferisce ai ristoranti. Pertanto, al prezzo di partenza di una bottiglia si deve aggiungere anche il rincaro al ristorante, si capisce così perché certe mete ormai vengono considerate inaccessibili a molti.
Un’altra questione, che è stata sollevata, è come mai l’Italia sia presente con una sola destinazione. A questa domanda si risponde con un’altra domanda: come mai non è presente nessuna meta francese? A mio avviso è proprio questo che sorprende maggiormente. Si loda il cabernet sauvignon di Stellenbosch in Sud Africa e lo chardonnay e il pinot nero di Monterey in California e non si è dato neanche uno spazio al paese da dove provengono questi vitigni? Nella classifica è presente per giunta il Brasile con la Valle dos Vinhedos, che avrà fatto pure enormi sforzi, ma certo non può non stupire questa scelta. Un altro grande assente è il Reno. Per gli appassionati del riesling questa può essere considerata, più che un’offesa, un bestemmia.
Sebbene queste liste, come anche premi e menzioni varie, non vadano presi come oro colato, è importante conoscerli, anche perché aiutano il lettore italiano a uscire da un concetto troppo autoreferenziale, come è quello dell’enogastronomia in Italia.
Ci sono tre zone, oltre alla Puglia, indicate da Wine Enthusiast in cui il turista enogastronomico italiano potrebbe ricevere delle belle sorprese, sia per il vino, sia per la cucina e sia per il bellissimo paesaggio dei vigneti, senza dover affrontare viaggi lunghissimi. La Rioja in Spagna poco conosciuta dal pubblico italiano e che merita veramente di essere visitata. La regione vitivinicola del Danubio in Austria, paese conosciuto più per le piste da scii, che per i vini bianchi secchi o dolci prodotti. Infine, il Douro in Portogallo, conosciuto sì, ma soprattutto per il vino rinforzato Porto, mentre possiede anche una produzione molto interessante di vini rossi non rinforzati.
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