UNA BIRRA CON CICCIO #12



 

 

Ciccio, non sto capendo se non mi inviti per la birra ogni settimana perché segui il singhiozzo del campionato di serie C o perché in questo modo risparmi qualche euro.

Ottimo inizio oggi! Vuoi subito farmi arrabbiare?

 

Non sia mai… visto che offri tu non voglio rischiare di tornarmene a casa a bocca asciutta. Iniziamo allora con un’altra domanda. Che sta accadendo ai vari campionati siciliani? In C prima le Aquile del Tirreno non sono venute a Ragusa, domenica scorsa addirittura hanno rinunciato a giocare in casa con il Syrako, in Under 18 le squadre si ritirano come maglioni lavati a 90 gradi. Dove sta l’inghippo?

Le difficoltà ci sono e riguardano tutti, ovviamente con sfaccettature diverse in ogni territorio. Noi ad esempio paghiamo l’assenza di un polo universitario, oltre alle condizioni approssimative dei ragazzi nel mondo del lavoro e quest’anno la Senior sta pagando particolarmente avendo perso il 40% della squadra dell’anno scorso. A questo si aggiunge un inevitabile calo d’interesse verso il rugby in un Paese dove se non vince la Nazionale è difficile reggere botta con pilastri come Calcio, Pallavolo e Basket. Dobbiamo fare più degli altri sport all’interno delle scuole se vogliamo resistere

 

Adesso parliamo di rugby giocato. Anzi, no, prima parliamo di birra che stiamo per bere.

A ogni sorso della birra che stai per bere, una parte di me muore perché non sei all’altezza di tutto ciò. Questa perla è prodotta dal Dogfish Head, birrificio americano del grande Sam Calagione. 90 minute Ipa, questo il nome della birra, ed è la prima birra ad essere prodotta con la tecnica del “continuous hopping”, cioè durante il processo di bollitura, che dura appunto 90 minuti, la birra viene luppolata regolarmente ogni minuto. Il risultato è una birra spettacolare che profuma di agrumi, caramello e sentori floreali, in bocca il dolce della frutta è equilibrato da una amaro resinoso che rende la birra pulitissima e la bevuta semplicissima nonostante i 9 gradi alcolici anche grazie a una gradevolissima nota pepata in chiusura. Davvero difficile trovare qualcosa di simile nel panorama internazionale. Ritieniti un privilegiato.

Oggi sei di una squisitezza incredibile… ne terrò conto per il futuro. A questo punto dovrei alzarmi e andare via, ma la birra è veramente buona e allora ingoio il boccone amaro e iniziamo a parlare di rugby e della sconfitta casalinga del Padua. Che cosa è mancato alla tua squadra?

Innanzitutto avevamo di fronte il miglior Palermo degli ultimi anni, una squadra fisicamente superiore a noi, con uomini fuori categoria e che gioca un bel rugby e che l’anno prossimo, se mantiene questa rosa, può tranquillamente puntare ai playoff. Detto questo, a noi è mancato innanzitutto il ritmo partita, non giocavamo da un mese e questo ci ha penalizzati molto. In mischia abbiamo sofferto per 70 minuti e abbiamo sbagliato troppo in fase di placcaggio. Mi conforta comunque che, in una partita praticamente giocata senza mai avere il pallone, abbiamo perso di un solo punto. 

 

Alla fine puoi piangere con un occhio, considerando che la partita decisiva per la salvezza non è quella con il Palermo e che si giocherà tra un mesetto, anche se ancora non sai con chi e quando. Della formula ne abbiamo già parlato e siamo d’accordo sul fatto che non funzioni. Mi pare che altrove si siano percorse altre strade…

Per quanto riguarda le date spero di averle al più presto perché Aprile è un mese delicato per via di Pasqua e del ponte del 25 Aprile: non vorrei dover giocare la partita decisiva senza ragazzi. Sarebbe assurdo, dopo tutte le domeniche senza rugby da dicembre a oggi, giocare a Pasqua o per il ponte del 25 Aprile. Tornando alla formula, la mia proposta è quella di copiare la Puglia: al termine della prima fase le prime 2 della C1 vanno in Poule Promozione e l’ultima retrocede in C2 per la stagione successiva cosi come la prima della C2 giocherà in C1 l’anno seguente. E a Gennaio si parte con quella che noi potremmo chiamare Coppa Sicilia, magari con un premio in denaro o in materiale sportivo, alla quale parteciperanno tutte le squadre di C2 e le 4 rimanenti di C1. In questo modi si salvaguarderebbe anche l’aspetto sportivo perché obiettivamente è folle che chi è arrivato terzo in C1 debba giocarsi la salvezza all’ultima partita e contemporaneamente 4 squadre della C2 su 6 possono andare in C1 semplicemente vincendo l’ultima scontro. In pratica quello che hai fatto in prima fase non conta nulla o quasi.

 

Scendiamo di un gradino. In C2 la sorpresa è la vittoria casalinga dell’Audax Ragusa o la sconfitta esterna della Fiamma Catania?

È la quarta volta che si affrontano quest’anno e ha sempre vinto la squadra di casa. Nessuna sorpresa.

 

Ritorniamo su. Ai play off per la promozione in B. La vittoria del Cus Catania in casa delle Tigri baresi, anche se prevedibile, conferma comunque la forza dei cusini. Dietro di loro sia Messina che Santa Maria CV hanno vinto. Chi delle due è la più credibile come anti Cus?

Non ho visto giocare i campani ma la presenza di Fusco in panchina è una garanzia, mentre Messina rischia di pagare grosso la sconfitta a Bari. Ad ogni modo il Cus in 15 giorni può chiudere la questione promozione: il 26 Marzo con Santa Maria CV e il 2 Aprile con il CLC Messina, entrambe in casa. Se le vince nettamente è praticamente in B. Facciamo comunque attenzione agli Arechi, che giocheranno 4 partite sulle restante 6 in casa: magari non riusciranno a colmare il gap e rientrare in corsa per la promozione, ma potrebbero decidere il campionato.

 

In serie B continua la marcia inarrestabile dei nostri amici dell’Amatori Catania. Dietro le altre corrono ma il distacco sembra incolmabile. Alle inseguitrici resta solo la seconda piazza. Secondo te quali sono i XV che possono ancora realisticamente sperare nel secondo posto?

L’Amatori ha dimostrato di essere superiore alle altre, deve adesso usare le ultime gare per arrivare bene ai playoff. Dietro, considerato che la Capitolina non può partecipare ai playoff, è lotta tra Amatori Napoli e Civitavecchia con i partenopei che stanno mostrando più carattere e che hanno un calendario migliore e lo scontro diretto in casa. Non mi aspettavo invece il crollo di Avezzano, peccato.

 

Ciccio, chiudiamo parlando di un dente che fa male: la Nazionale italiana. Anzi, le Nazionali italiane, visto che abbiamo chiuso con cinque sconfitte sia nel Sei Nazioni maschile, che in quello femminile e nell’Under20. Che abbiano ragione gli inglesi quando dicono che il rugby non fa per noi?

L’argomento è complesso e andrebbe affrontato nel dettaglio. Ti dico solo questo che forse non eravamo così fuori quando, anni fa, sostenevamo che si stava percorrendo una strada sbagliata e che l’autarchia tecnica non avrebbe portato a nulla perché non abbiamo realmente tecnici italiani di livello internazionale (e quelli che abbiamo, vedi Cutitta, sono all’estero. Forse l’esempio da seguire è quello scozzese, che negli anni scorsi ha investito fortemente sul rugby di base. Forse non eravamo proprio pazzi e gli insulti che ci siamo beccati non erano così meritati…

 

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