UN PROGETTO AMBIGUO.

Il Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Scicli ha fatto delle osservazioni relative al permesso di ricerca sul territorio di Scicli avanzata dalla società Irminio srl.

Le Osservazioni  vertono sull’istanza di valutazione di impatto ambientale ai sensi dell’art 23 del D.LGS 152/2006 e SS.MM.II relativa al progetto di “Rilievo geofisico 3D Scicli” nell’ambito del permesso di ricerca denomiato “Scicli” da parte dalla società Irminio srl.

Questo progetto di prospezione geofisica istituisce il titolo minerario “Permesso di ricerca idrocarburi Scicli”. L’intervento prevede la realizzazione di un rilievo geofisico 3D in un’area avente un’estensione di circa 70 kmq.

Il Comitato, pertanto, ritiene che le note vicende attinenti la richiesta di insediamento di una piattaforma per il trattamento di rifiuti pericolosi per lo più provenienti dalle stazioni petrolifere di Priolo (SR), Gela (CL) e Scicli (RG) siano il frutto combinato della sbagliata politica energetica dello Stato e dell’errata politica dei rifiuti da parte della Regione. Così, le prospezioni in oggetto, che riguardano pressoché l’intero territorio comunale di Scicli inglobando la stessa Città e lambendo le popolose frazioni ad una distanza ben minore di 5 km, rappresentano un tentativo di incrementare l’efficienza della suddetta piattaforma– nella presunzione che essa sarà costruita– alimentandola con reflui di provenienza locale, nonché l’ulteriore manifestazione di una politica energetica obsoleta ed inquinante.

Di conseguenza, esprime netta contrarietà al progetto per diverse ragioni, espresse in altrettanti punti.

 

1   1. Territorio UNESCO  e fortemente antropizzato

La Società dichiara che dall’analisi della carta dell’uso del suolo è evidente che l’area del permesso si inserisce in un’area ad elevata naturalità. Come si rileva chiaramente da una tavola del progetto, l’area di intervento prende in considerazione un’area estesa circa 70 kmq al cui epicentro si colloca l’abitato di Scicli, la città UNESCO più a sud d’Europa, in quanto facente parte del sito Città Tardo Barocche del Val di Noto, costituendo dunque un unicum valoriale insieme alle città di Catania, Caltagirone, Militello V.C., Modica, Noto, Palazzolo Acreide e Ragusa.

Il Comitato rileva con severità che  la Società ha totalmente evitato di sottolineare l’appartenenza all’UNESCO della città di Scicli, posta in epicentro dell’area di prospezione. 

 

2.      2. Obblighi temporali del permissionario

Il temine per inizio lavori è scaduto. Infatti, questo progetto di prospezione geofisica fa riferimento al Decreto Assessoriale n. 190 della Regione Sicilia, emesso in data 2 aprile 2014,  in cui veniva fatto obbligo di “Iniziare i lavori di prospezione geologica e geofisica e la perforazione esplorativa rispettivamente entro un anno ed entro sessanta mesi dal rilascio del permesso di ricerca”.

Sono invece abbondantemente trascorsi due anni e la Società non ha ancora iniziato i lavori di prospezione geofisica, trasgredendo gli obblighi provenienti dal Decreto.

 

3.      3. Opere prive di interesse strategico

Il notevole ritardo nell’iniziare le opere dimostra- contrariamente a quanto affermato dalla Società– che esse non rivestono un interesse strategico (e poi: per chi?) e che esse non sono né urgenti e né indifferibili, come disposto dalla Legge di stabilità 2016 in cui si afferma che: “Le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale sono di pubblica utilità. I relativi titoli abilitativi comprendono pertanto la dichiarazione di pubblica utilità.”

 

4.     4.  Progetto di inadeguata definizione

Il progetto ha una definizione a mala pena prossima ad un preliminare e giammai ad un esecutivo. I progettisti affermano più e più volte che il progetto non cagionerà alcun impatto, ma indicano solo a grandi linee  l’area in cui verrà svolta l’indagine sismica, non specificando dove saranno ubicati i punti di energizzazione ed i relativi sensori.

 

5.      5. Impatto delle operazioni sulle attività agricole

Nel documento presentato dall’Irminio srl non viene preso in alcun modo in considerazione l’impatto esercitato dalle attrezzature che serviranno ad effettuare l’indagine ed in particolare dal transito degli autocarri. Il passaggio a bassa velocità di questi automezzi pesanti su una strada camionabile potrebbe causare effetti modesti, tuttavia, totalmente diversa si presenta la situazione quando le indagini verranno eseguite in una zona agricola impegnata da delicate culture intensive o di pregio. A tal proposito la Società si limita a dichiarare che le operazioni di energizzazione “non saranno realizzate nei siti di attenzione presenti nell’area di studio” e che “saranno rispettate tutte le distanze di sicurezza da qualunque tipo di edificio o struttura”. Ancora una volta nessuna mappatura di dettaglio che metta in evidenza le zone dove insistono culture intensive o di pregio e immobili o strutture di rilievo.

 

6.      6. Contrasto con il Piano Paesistico.e parere del Sottosegretario di Stato

La rappresentazione cartografica evidenzia come la zona delle prospezioni presenta aree tutelate dal Piano Paesaggistico con livelli di tutela 1, 2 e 3.  Non appare in alcun modo accettabile che nel paragrafo dedicato al regime vincolistico dell’area, lo studio non citi né tenga conto del Piano Paesaggistico della Provincia di Ragusa in cui si afferma che “Per le perforazioni e per l’estrazione di idrocarburi si prescrive la necessità di effettuare verifiche puntuali delle refluenze paesaggistiche delle opere progettate sulle località oggetto delle richieste”. Se è pur vero che l’intervento richiede solo un’indagine geofisica, altrettanto vero è che la stessa indagine risulta essere prodromica alle attività di perforazione e delle relative opere connesse che non rientra assolutamente tra gli obiettivi di tutela che si pone il Piano Paesaggistico.

Inoltre, il Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Borletti dell’Acqua, nel corso della seduta al Senato della Repubblica inerente una specifica Interrogazione sulla salvaguardia del patrimonio artistico del territorio ibleo in merito alle perforazioni petrolifere da eseguirsi nel territorio comunale ragusano, si esprimeva dicendo che  “Dalla lettura combinata della normativa di piano si evince, pertanto, che le attività estrattive che costituiscono oggetto dell’interrogazione non sarebbero consentite nelle aree con livello di tutela 2 e 3”.

 

7.       7. Inutile e/o pericolosa ripetizione delle investigazioni.

Come è possibile notare in una figura presentata dalla Società in cui sono indicati i rilievi geofisici effettuati in passato presso l’area di studio, circa il 70% dell’area è già stato investigato. La Società non spiega quali siano le motivazioni per cui quest’area deve essere nuovamente investigata. Inoltre, se pur investigando in passato  la zona  non si è trovato nulla in termini di risorse petrolifere convenienti sotto il profilo commerciale, quali grado di invasività avranno le successive perforazioni che la Società, espletate  le indagini geofisiche, si appresterà a fare?

 

8.     8.  Insufficiente distanza dai centri abitati

L’area del permesso di ricerca ingloba l’abitato di Scicli e coinvolge i centri abitati di Donnalucata, Cava d’Aliga e Sampieri, nonché le frazioni collinari dell’interno.

Il rilievo in questione potrebbe condurre ad impattanti perforazioni, che saranno realizzate all’interno dell’area del permesso di ricerca, perforazioni  che- qualunque sarà la loro ubicazione- presenteranno distanze dai centri abitati al di sotto dei 5 km.

 

 

9.      9. Non esclusione delle aree protette

Nel progetto non appare alcuna considerazione sul sito “Conca del Salto”.

 

 

Nove punti possono bastare, dati alla mano, per dimostrare l’irregolarità di un progetto sotto diversi punti di vista. Il paesaggio e la salute degli abitanti di ogni luogo sono di primaria importanza, travalicando ogni ricerca invasiva. Proteggere l’ambiente e proteggere noi stessi molte volte significa la medesima cosa.

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