È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Trivellazioni petrolifere marine: Un decreto del Ministero dell’Ambiente aggira la legge?
02 Giu 2017 06:46
Venerdi’ 19 maggio è stata depositata formalmente una richiesta di chiarimenti al Ministro dell’ambiente inerente il Disciplinare pubblicato con il decreto 7 dicembre 2016, che prevede la possibilità per le compagnie petrolifere di modificare il programma lavori originariamente approvato al momento del rilascio di una concessione per trivellazioni.
La richiesta, depositata dalla deputata del Movimento 5 Stelle Marialucia Lorefice, nasce da una serie di sollecitazioni dal basso che ha coinvolto diverse realtà sociali, quali tra le altre i circoli Legambiente della provincia di Ragusa ed alcuni portavoce nazionali del Movimento 5 Stelle, che da tempo collaborano sul territorio ragusano (e non solo) per proporre un percorso programmatico alternativo dal punto di vista energetico ed ambient
Il decreto pubblicato in dicembre, infatti, con la possibilità per una compagnia petrolifera di poter modificare il programma dei lavori originariamente approvato, dà di fatto la possibilità di realizzare nuove trivellazioni, nuovi pozzi e nuove piattaforme anche nelle aree vietate ricadenti entro le 12 miglia marine, eludendo in tal modo il divieto di legge.
La normativa attuale (dell’articolo 1 della legge n. 208 del 2015), infatti, prevede che entro le 12 miglia marine sia possibile solo continuare ad estrarre con i pozzi esistenti e portare a termine il programma lavori, anche svolgendo attività di manutenzione finalizzate all’adeguamento tecnologico. Ma di certo non prevede alcuna modifica al programma dei lavori, in quanto entrerebbe in conflitto con le precedenti e ancora vigenti normative in tema di rilascio di proroghe.
Ed è qui che Legambiente ha trovato l’inganno, in quanto il decreto appena emanato sarebbe in contrasto con le leggi in vigore in quanto concederebbe la possibilità di «apportare modifiche al programma dei lavori originariamente approvato con decreto». Ma le norme in vigore non prevedono tali modifiche, pertanto il decreto sembra presentare dei profili di illegittimità in quanto in contrasto con leggi dello Stato Italiano.
Alla luce delle contraddizioni sopra riportate e dei profili di perlomeno dubbia legittimità ci si augura che il Decreto incriminato venga ritirato con carattere di urgenza, in vista della possibili conseguenze che tale atto sconsiderato può avere sui mari italiani.
© Riproduzione riservata