TOLLERANZA ZERO AD ALCOOL

Est modus in rebus”  – dicevano gli antichi – c”è una misura in ogni cosa.

Gli antichi Greci, infatti, in ogni loro comportamento tendevano a bandire gli eccessi: μετριότης,  moderazione  era la loro regola. Anche nell’ utilizzo del vino.

E’ nota a tutti  la valenza socializzante di vino e alcool, considerato spesso come un elemento di aggregazione: si beve per socializzare e per stare in compagnia, senza pensare ai pericoli che l’uso di bevande alcoliche comporta.  E  il tema del vino e del suo uso  presso gli antichi Geci è stato il percorso sviluppato dagli alunni delle classi ginnasiali dell’Umberto I di Ragusa, coadiuvati dalla docente prof.  Enza Ferro. Questa  magnifica bevanda, dono di Dioniso, era infatti vista  dagli antichi Greci come fonte di un forte pericolo, per timore del turbamento dell’ordine sociale che   poteva causare un  suo uso eccessivo. Non a caso, infatti, i Greci non bevevano vino puro ma fortemente diluito con acqua (bere vino puro era da loro ritenuta usanza barbara).  E leggendo  le parole di Platone, filosofo greco del V sec a. C.(Leggi, 666 a-b), ancora oggi, siamo portati a constatare  la vitalità di quel mondo, lontano nel tempo ma i cui riflessi permangono  vivi.“…Emaneremo anzitutto una legge per cui i giovinetti che ancora non abbiano compiuto i diciotto anni, non debbono assolutamente gustare il vino, insegnando che non bisogna versare fuoco sul fuoco del corpo e dell’anima, prima di essere stati avviati a sopportare la fatica, per porre un freno alle esuberanti tendenze proprie della giovinezza” .

 Ecco allora perchè, noi dell’Umberto I, consapevoli dei rischi per la salute derivanti dal consumo di alcol, facendo nostro il concetto della moderazione tramandatoci dai Greci abbiamo deciso: tolleranza zero all’acool.

 

 

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