TANTE VOLTE CI SI DIMENTICA CHE ESISTE UNA MADRE CHE SUBISCE LA NOSTRA INDIFFERENZA

Questa frase mi è rimasta scolpita nella mente e nel cuore, l’aveva scritto il mio primogenito  in un bigliettino di auguri alla sua mamma, allora frequentava  la seconda media. Ricordo che quella frase detta da un ragazzino con la sua grande ingenuità ci fece commuovere. Abbiamo riflettuto molto su una verità così razionale e incontestabile mettendo  sotto accusa proprio  l’indifferenza, quella ingenua, quella in buona fede data spesso dall’egoismo e dagli assillanti problemi quotidiani e poi anche quella della burocrazia e dello scaricabarile, tutte queste tipologie feriscono più  di quella propinata volutamente, di proposito.

Ieri sette gennaio ho letto la notizia della morte del sig. Giovanni C. che viveva all’interno di un‘auto. Oggi  per questa  triste vicenda mi sono ritornate in mente quelle riflessioni  e mi sono detto ecco ancora un’altra vittima del  “morbo indifferenza”, cosa che  poteva e potrebbe capitare ad ognuno di noi.

Ma com’è possibile che un uomo, dopo una vita di sacrifici, dolori, privazioni, desideri  repressi,  a settantadue anni, debba morire perché non ha avuto la possibilità di vivere in maniera decente, questo non si può augurare neanche al peggiore dei malvagi.   

Nessuno ha pensato di quanto potesse sentirsi solo quest’uomo tutte le sere quando ritornando nel suo improvvisato giaciglio, nessuno gli dava la buona notte e cosa più grave nessuno ha potuto bagnare le sue labbra mentre tirava l’ultimo respiro.

A cosa sono serviti i valori trasmessici dai nostri genitori e nonni? Che senso hanno alcune frasi  della bibbia “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” che i predicatori spesso ripetono a tutti i fedeli?                                                                                                                                     A dare una risposta spetta alla nostra coscienza, alle nostre Istituzioni  democratiche, alla Società costruita da noi.

Caro Giovanni C. ti chiedo scusa per quello che tutti noi non siamo stati capaci di fare per Te.

                                                                                               Giovanni  Giudice

 

 

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