SCICLI: IMPARARE DAGLI ERRORI

Incassata la sentenza della sezione penale del Tribunale di Ragusa che ha assolto, giustamente aggiungo io, l’ex sindaco di Scicli dalla orrenda accusa di concorso esterno in Associazione mafiosa e in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che ad ottobre si esprimerà sul ricorso presentato contro lo scioglimento, mi preme fare alcune riflessioni che riguardano le prospettive politiche per Scicli. Atteso che, come tutti ci auguriamo, ad Ottobre per Scicli possa cadere questa bruttissima etichetta di città sciolta per mafia, etichetta che non merita assolutamente, e che finalmente avrà termine questa esperienza di gestione dell’ente da parte della commissione prefettizia che, permettetemelo di dirlo, ha deluso su tutti i fronti, occorre pensare al prossimo futuro con un’altra ottica rispetto a quanto si è fatto fino ad oggi. Con l’esclusione dell’associazione mafiosa degli indagati nel processo eco, si è tolta una cappa che opprimeva l’immagine di Scicli, ma di certo non dobbiamo nasconderci dietro ad un dito e dobbiamo prendere esempio dagli errori del passato per acquisire una sensibilità diversa rispetto ad alcuni temi che oggi sono cruciali per un ente e la sua buona gestione. Mi riferisco alla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani, se da un lato, giustamente, il giudice ha ritenuto non esserci associazione mafiosa, dall’latro lato dei soggetti sono stati condannati per associazione a delinquere e questi condizionavano l’azienda per la quale lavoravano tanto che il Tribunale ha previsto un risarcimento per la ditta Busso vittima di questi soggetti poco raccomandabili. D’altronde fu lo stesso ex sindaco Falla a denunciare pubblicamente il fatto che alcuni consiglieri comunali si aggirassero tra le mura del palazzo comunale facendosi accompagnare da soggetti poco raccomandabili facendo emergere, oltre al problema rifiuti, la questione dell’affissione dei manifesti. Quindi è giusto che chi si è reso protagonista di questi fatti criminali marcisca in galera, ma il mio pensiero va adesso alla classe politica locale perché prenda realmente coscienza di quanto accaduto e faccia in modo che alcune cose non capitano più. Nei documenti del Tar si fa espressamente riferimento ad alcuni consiglieri comunali che facevano da tramite tra questi soggetti criminali e l’ex sindaco e poi si parla di queste 4100 pagine di intercettazioni, documenti in cui pare si parli anche di altri esponenti politici a vario livello. Ricordo che qualcuno sottovoce denunciava il presunto eccesso di assunzioni della ditta che gestiva la raccolta rifiuti in periodo pre-elettorale. Mi chiedo, sinceramente se al posto di Susino non doveva esserci qualcun altro, ma queste sono cose che attengono alla magistratura che sicuramente saprà fare il suo corso. Quello che mi preme dire è che tutto ciò che Scicli ha vissuto dal 2015 ad oggi deve servire ad aprire le menti di alcuni esponenti politici che hanno grosse responsabilità verso gli elettori, perché siano consapevoli del ruolo ce rappresentano e si guardino bene dall’intrattenere rapporti con determinati personaggi. Sono sicuro che a ottobre festeggeremo la vittoria di Scicli che otterrà giustizia per essere stata macchiata, anzi, infangata, per delle cose che in altri luoghi sono ben più gravi, ma forse anche in questi casi la politica sa fare la propria parte e, un ministro che viene ad affermare con autorevolezza che si prende tutte le sue responsabilità di quanto decretato a poche settimane dalla sentenza del tribunale che è andata in senso opposto, fosse stato in un’altra nazione già sarebbe a casa. Ma l’Italia è anche questa, il cambiamento, quello vero, deve arrivare da noi, Scicli ha bisogno di ripartire e dare risposte ai cittadini e per farlo occorre ricominciare da una classe politica serie, onesta, dedita al lavoro e senza ombre.

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