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RACCOLTA DIFFERENZITA E RANDAGISMO
09 Ott 2016 05:41
In occasione di Expopet, la più grande fiera del Sud Italia che promuove tutte le attività produttive e commerciali specializzate nel settore degli animali domestici e d’affezione, inaugurata oggi, sabato 8 ottobre, presso gli spazi espositivi di Etnafiere, si è tenuto un importante incontro in cui sono intervenuti il responsabile della Sicilia dell’ufficio speciale della raccolta differenziata, l’ing. Salvo Cocina; il Direttore del Servizio Igiene Urbana Veterinaria e Lotta al Randagismo ASP Catania, il dott. Carmelo Macrì; il Veterinario Dirigente del Servizio Igiene Urbana Veterinaria e Lotta al Randagismo ASP Catania, il dott.Luigi Calabrese, e l’ENPA di Catania.
Presenti anche la cosulente del sindaco Enzo Bianco sulla tutela degli animali, Gabriella Barchitta, e l’organizzatore di Expopet, Flavio Cantarero.
Sono due le tematiche, apparentemente slegate tra loro, su cui l’ing. Salvo Cocina si è soffermato: quella della raccolta differenziata e il fenomeno del randagismo.
«Durante la crisi che abbiamo avuto con la spazzatura a luglio, – afferma l’ing.Cocina – il presidente Crocetta ha individuato un’ufficio speciale per promuovere la raccolta differenziata. La scelta della differenziata è stata fatta per evitare il ricorso allo smaltimento in discarica, perché separa la plastica, la carta e il vetro: in questo modo possono essere valorizzati in apposite piattaforme, e i consorzi ci riconoscono dei corrispettivi ogni tonnellata di cospicuo valore. L’organico invece si porta al compostaggio: questo vuol dire che ritorna alla terra. Quindi si tratta di processi sostenibili: in pratica noi in questo modo garantiamo la riproducibilità, non consumiamo materie prime e non inquiniamo».
Questa si chiama sostenibilità ambientale: rispetto del pianete e dell’ambiente. Ma cosa c’entra tutto questo con il fenomeno del randagismo?
«Quello che accomuna la differenziata e il randagismo – spiega Cocina – è un dato oggettivo: la Sicilia è l’ultima regione d’Italia a fare la differenziata. Stessa cosa dicasi per la gestione del fenomeno del randagismo. Si fa pochissima prevenzione e pochissima sterilizzazione, e i comuni, ad eccezione di quelli più grandi come quello di Catania, sono poco attrezzati per affrontare il problema. Questo cosa comporta? Un rapporto con la natura e con l’ambiente totalmente squilibrato, non armonico, un mondo che non lasceremo cosi ai nostri figli: sicuramente sarà ancora più deturpato».
Ma in realtà non è tutto perduto: molto è stato fatto e si continua a fare. «In tutto questo si inserisce la legge sugli sprechi alimentari che coniuga sia il benessere degli animali che la sostenibilità ambientale. Oggi, grazie ad una nuova legge, è possibile utilizzare gli scarti alimentari in data prossima alla scadenza, sempre nel rispetto delle norme igieniche sanitarie, sia per l’alimentazione umana prioritariamente sia, anche quando si superano le scadenze, per l’alimentazione animale. Questo oltre ad abbattere le spese per il mantenimento degli animali, ha un grandissimo risultato sulla gestione dei rifiuti, perché diminuisce e abbatte la frazione di organico o di rifiuti che devo portare in discarica o devo trattare, e sono costi. Oggi alla collettività trattare una tonnellata di organico costa 300/400 euro: gli scarti alimentari vanno a finire nella spazzatura, ma se li sottraiamo, oltre a fare bene ai cani e alla tasche dei cittadini, aiuto l’ambiente e soprattutto aiuto i bilanci dei comuni e quindi abbasso la TARI dei cittadini», conclude l’ingegnere.
Avere rifiuti per le strada significa alimentare i cani randagi di spazzatura: una collaborazione da parte di tutti diventa quindi essenziale. La lotta per i rifiuti e la cura per gli animali è una battaglia che va affrontata insieme: chi ha cuore per gli animali deve averne anche per l’ambiente.
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