QUANDO PATTO DI STABILITA’ VUOL DIRE “FERMO AMMINISTATIVO” DEI LAVORI PUBBLICI

 

In condizioni precarie alcune delle più trafficate strade della città. Sempre più fatiscente il manto stradale, vecchio di almeno 20 anni. E non c’è verso di porvi rimedio. Per una serie di complicazioni di carattere burocratico e amministrativo, che rendono delicata e difficile la gestione degli Enti locali. I Comuni hanno perso credibilità. Non sono più affidabili. Una volta era possibile risolvere i problemi di ordinaria e straordinaria manutenzione accendendo mutui con la Cassa Depositi e Prestiti. Oggi, in virtù del Patto di stabilità, non è più possibile ricorrere ad un sistema di credito dilazionato nel tempo. Per la manutenzione delle strade, pubblici edifici, beni culturali, arredi, giardini e quant’altro, occorre avere la disponibilità delle somme necessarie. Diversamente nulla da fare. Come dire che un padre di famiglia, per ristrutturare la casa o per acquistare l’autovettura che gli serve per lavorare, deve disporre di soldi contanti, non essendogli consentito di rivolgersi ad un istituto di credito o ad una società finanziaria.

“Proprio così – dice allargando le braccia il dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale ing. Giovanni Gambuzza – nel confermare lo stato di precarietà delle strade cittadine. A mio parere, il Patto di stabilità, che pure come importante obiettivo ha quello di controllare l’indebitamento netto degli enti territoriali, Regioni e Comuni, va rivisto. Anche per scongiurare il fermo totale dei lavori pubblici. Considerate le difficoltà economiche in cui versano gli Enti locali, il problema della manutenzione delle strade, giusto per rimanere nell’argomento, riguarda, non a caso, tutti i Comuni della Sicilia. Per quanto attiene alla nostra realtà, facciamo il possibile per limitare i danni, predisponendo interventi tampone con l’asfalto a freddo  per eliminare almeno le buche più o meno pericolose. Per il resto non ci è possibile fare di più. Né, ad oggi, ci è data la possibilità di attingere a contributi o finanziamenti pubblici”.

La necessità di condividere a livello europeo specifici parametri di controllo delle economie degli Stati membri, avrebbe contribuito, dunque, a creare qualche problema in più, frenando la crescita. Che, purtroppo, è problema di grande attualità.

 

 

 

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