PIOMBO E SANGUE…

Il piombo e il sangue danno il titolo ad uno dei più famosi romanzi del genere hard boiled, firmato da quel genio del noir letterario di ambientazione metropolitana che fu Dashiell Hammett. In quell’ambiente letterario germogliò e si affermò quella galleria di caratteri che ha poi riempito le storie di tanto cinema americano (e francese) degli anni 40 e 50: poliziotti solitari e poliziotti corrotti, femmine fatali corrompenti, uno sfondo urbano pullulante e febbrile trasfigurato spesso nell’immagine metaforica della giungla metropolitana (Giungla di cemento, di Joseph Losey).

Di caratteri straordinariamente tagliati nelle coordinate previste dal genere noir è pieno Chinatown, capolavoro di Polansky, che racconta un’America fondata sul malaffare, sui rapporti sporchi fra politica e malavita, forse persino sull’incesto. Grande cast (Nicholson, Dunaway, Huston) per una grande, morbosa, fascinosa storia di violenza sotterranea che svela, all’improvviso, l’anima nera dell’America.

Chinatown è un film degli anni ’70, un omaggio commosso e trepidante al cinema dei grandi del noir (lo stesso Huston, Preminger, Hawks….). Per vedere e gustare l’altra faccia dell’anima americana, negli stessi anni in cui si raccontavano quelle storie torbide che tanto dovevano anche all’espressionismo tedesco, bisogna fare un gran salto indietro e tornare al 1940, quando Fred Astaire ed Eleanore Powell scrivevano pagine indimenticabili dell’arte del musical, fissate per sempre nelle immagini entusiasmanti di Broadway Melody of 1940, per la regia di Norman Taurog. Le musiche del grande Cole Porter trasferite nelle perfette coreografie di Begin the Beguine. Una delle dimostrazioni più stringenti della complessità dell’America.

A uno dei capolavori del cinema noir – Il grande sonno, di Howard Hawks – è dedicato ed ispirato il disco di Charlie Haden, uno degli americani dal respiro libertario capace di militare nella musica più di rottura (il free), di intestarsi profondi e storici omaggi alla rivoluzione e a figure come Che Guevara, ma sensibile e romantico cantore del jazz sensuale e melodico della scena west coast degli anni del piombo e del sangue.

L’album, Always say goodbye, parte con un omaggio diretto al film di Hawks (si sente la voce di Humphrey Bogart che si presenta: “I’m mr. Marlowe”) e si sviluppa attraverso una galleria di temi (alcuni originali) in gran parte affidati al sax emozionante di Ernie Watts.

Un tuffo nella sensualità ma anche nella struggente malinconia di un tempo che fu, e che ritorna solo nelle forme di una musica lirica, piena di pathos, quasi straziante.

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