È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
PARASSITI ESTERNI – LINEE GUIDA ESCCAP
16 Nov 2016 10:28
Parliamo di altre linee guida riferite ai parassiti esterni e pubblicate dall’ European Scientific Counsel Companion Animal Parasites. (ESCCAP è una organizzazione indipendente, non-profit il cui fine è quello di sviluppare linee guida per il controllo e il trattamento dei parassiti negli animali d’affezione. Le linee guida hanno lo scopo di proteggere la salute degli animali, migliorare la sicurezza per la popolazione umana e preservare il rapporto tra animali d’affezione e uomo)
Gli ectoparassiti sono importanti in quanto:
• possono causare lesioni cutanee;
• possono indurre una risposta immunopatologia;
• possono veicolare agenti patogeni di diversa natura;
• possono fungere da agenti di zoonosi o contribuire alla loro diffusione e trasmissione;
• possono inficiare il legame uomo-animale;
• il loro controllo rientra tra le procedure profilattiche da attuare al fine di garantire lo stato di salute degli animali da affezione.
1. Pulci
Solo gli stadi adulti si possono rinvenire sugli ospiti mentre le uova e gli stadi immaturi (larve e pupe) si ritrovano nell’ambiente. Le pulci sono comuni parassiti di gatti, cani e altri mammiferi mantenuti in ambienti domestici come animali d’affezione. Sono inoltre vettori di numerosi agenti patogeni
La terapia comprende:
1. Eliminazione delle pulci adulte sugli animali mediante l’uso di appropriati insetticidi
2. (uova, larve e pupe). La terapia deve pertanto essere rivolta anche verso questi stadi, soprattutto nei casi di infestazioni massive o di animali che vivono all’interno delle abitazioni
I moderni criteri di controllo devono mirare a prevenire l’infestazione e il protocollo di trattamento deve essere pianificato e condiviso tra veterinario e proprietario e deve essere rivolto sia agli animali a rischio, sia all’ambiente.
I fattori da considerare sono:
– quanti cani, gatti e/o altri animali d’affezione sono presenti nella casa?
– l’animale ha accesso ad ambienti dove possono essere presenti stadi immaturi di pulci?
– l’animale soffre di DAP?
– il proprietario è disposto a seguire un protocollo di controllo di lunga durata?
Nel programma di controllo la disponibilità e la collaborazione del proprietario sono essenziali.
2. Zecche Le zecche che infestano il cane e/o il gatto sono pressoché endemiche in tutta Europa, dove ne sono state identificate più di 12 diverse specie caratterizzate da differente biologia e distribuzione geografica. Le zecche sono parassiti ematofagi “temporanei” che trascorrono solo una parte della loro vita su di un ospite. Ogni stadio si alimenta sull’ospite solo per un periodo di tempo variabile da alcuni giorni (larve e ninfe) a due settimane (adulti). Generalmente, il loro ruolo come vettori di patogeni (virus, batteri, protozoi e nematodi), spesso a valenza zoonosica, riveste maggiore importanza rispetto alla loro azione ematofaga. In caso di infestazione, tutte le zecche visibili dovrebbero essere rimosse in modo appropriato e il più rapidamente possibile per ridurre il rischio di trasmissione di TBD. La rimozione meccanica delle zecche adese alla cute può essere effettuata mediante l’uso di pinzette, senza mai ricorrere all’ausilio di oli, alcool o altro, che avrebbe solo l’effetto di disturbare la zecca durante il pasto di sangue e facilitarne la trasmissione di eventuali patogeni. Prevenzione e controllo a lungo termine Gli interventi di controllo devono essere attuati considerando queste differenze e devono essere protratti per tutto il periodo di attività degli artropodi e di rischio di infestazione. In particolari condizioni ambientali e climatiche, il rischio di infestazione da zecche può essere pressoché costante per tutto l’anno.
3. Pidocchi Questi parassiti sono causa di danni diretti alla cute degli animali infestati; i pidocchi succhiatori possono essere anche causa di anemia. Trichodectes canis, pidocchio masticatore, è ospite intermedio del cestode Dipylidum caninum. Le pediculosi devono essere trattate con prodotti insetticidi di provata azione contro questi parassiti Prevenzione e controllo a lungo termine
La prevenzione negli animali a rischio può essere facilmente realizzata mediante l’applicazione di prodotti insetticidi ad azione residuale. La profilassi farmacologica comunemente utilizzata nel cane e nel gatto per prevenire le infestazioni da pulci e zecche è altrettanto efficacie per prevenire le infestazioni da pidocchi
4. Flebotomi (pappataci) questi insetti hanno un ruolo molto importante quali vettori di protozoi appartenenti al genere Leishmania. La leishmaniosi è una grave malattia del cane che ne è anche il serbatoio principale. (maggiori informazioni si trovano nella Linee Guida ESCCAP 5: Controllo delle malattie da vettori nel cane e nel gatto)
5. Zanzare (Culicidae) (maggiori informazioni si trovano nella Linee Guida ESCCAP 5: Controllo delle malattie da vettori nel cane e nel gatto)
6. Acari della rogna demodettica Demodex canis, comunemente denominato acaro del follicolo, è considerato il principale agente causale della demodicosi canina. Un trattamento adeguato va effettuato sotto prescrizione e controllo del medico veterinario in base alla generalizzazione delle lesioni. Gli acari del genere Demodex sono ospite specifici e non esiste alcun rischio zoonosico sia nel caso di demodicosi canina, sia felina.
7. Acari della rogna sarcoptica Al genere Sarcoptes appartiene una sola specie, Sarcoptes scabiei, che causa la rogna sarcoptica in un’ampia gamma di mammiferi. La malattia dell’uomo, denominata scabbia, è causata da S. scabiei var. hominis La rogna sarcoptica è altamente contagiosa e i cani malati devono essere isolati dagli animali sani durante il trattamento. Nelle strutture in cui sono presenti più cani e nei canili si consiglia di trattare tutti i soggetti a contatto con il cane malato.
La rogna sarcoptica è molto rara nel gatto anche se alcuni casi sono stati osservati in questa specie; i segni clinici sono simili a quelli della rogna notoedrica.
8. Acari della rogna notoedrica Il genere Notoedres è simile al genere Sarcoptes sia nel comportamento, sia nella morfologia. N. cati è la sola specie di importanza veterinaria e l’infestazione non è facilmente trasferibile ad altre specie animali, anche se sono stati segnalati casi in cani, conigli, criceti, gatti selvatici. Non esistono prodotti registrati per il trattamento della rogna notoedrica ma è stato osservato che l’impiego sistemico dei lattoni macrociclici è risultato efficace seguendo le indicazioni di trattamento per la rogna sarcoptica.
9. Acari della rogna otodettica L’acaro delle orecchie, Otodectes cynotis, è causa di irritazione e fastidio auricolare nel cane, gatto e furetto. L’infestazione può interessare un solo orecchio oppure entrambe. Gli acari possono essere trattati localmente somministrando all’interno del canale auricolare gocce di un prodotto acaricida oppure per via sistemica utilizzando un prodotto spot-on
10. Acari del pelo Gli acari appartenenti al genere Cheyletiella spp. possono infestare cani, gatti e conigli. Mentre in alcuni soggetti l’infestazione è ben tollerata, in altri può indurre irritazione e un forte fastidio. Questi acari possono infestare anche l’uomo causando dermatiti localizzate. I proprietari degli animali infestati possono transitoriamente acquisire l’infestazione e sviluppare un’eruzione cutanea che si risolve con la terapia sull’animale e misure di controllo ambientale.
11. Acari trombiculidi Esistono, nel cane e nel gatto, infestazioni sostenute da acari meno frequenti, caratterizzate da una stagionalità o da una particolare distribuzione geografica: si tratta delle infestazioni da acari trombiculidi denominate anche trombiculosi.
12. Acari nasali del cane Questa infestazione è stata descritta negli ultimi anni in Svezia, Norvegia e Danimarca dove ha raggiunto elevate prevalenze. Alcuni casi isolati sono stati segnalati anche in altre nazioni europee, Italia compresa. Efficaci sono risultati per il trattamento alcuni lattoni macrociclici
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