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ORTO DEL PIOMBO: RISPOSTA ALL’ASSESSORE LOREFICE
17 Set 2016 06:37
Carissimo assessore Lorefice,
forse è convinta, con la risposta che ha chiamato «consiglio», di aver trovato la chiave di volta dell’universo. Una bella risposta, indubbiamente, ma solo in apparenza. Frazionerò con ordine il suo scritto e di ogni parte le dirò ciò che mi suggerisce. L’esordio è un po’ ironico, forse:
«Apprezziamo gli utili consigli che lei, dottoressa Castello, ha elargito in materia di giardinaggio e salvaguardia del verde pubblico, in particolare quello dell’Orto del Piombo…»
Che vuol dire «apprezziamo», che farà togliere l’immondizia? Che ha verificato l’attendibilità della la mia segnalazione? Se è così, transeat, ma dal successivo tono non mi pare. Debbo ritenere che la sua frase costituisca un esercizio retorico? Poi aggiunge:
« ma adesso prenda lei un consiglio. Quando ci sono disservizi, o presunti tali, faccia come tutti i cittadini o altri colleghi consiglieri comunali: prenda il telefono e chiami l’ufficio competente per segnalare il problema. Certo non avrà altrettanto impatto mediatico ma le assicuro che in questo modo i problemi si risolvono più velocemente. E visto che il suo obiettivo è quello di risolvere i problemi dovrebbe essere d’accordo con me. Per un contatto più diretto dovrebbe avere anche il mio numero personale, (3351993902). »
Le domando: quando lei risponde ad una segnalazione, risponde da comune cittadino? Non mi dica sì, perché non potrebbe riceversi nemmeno la segnalazione. Lei risponde in quanto assessore. E quando il sindaco decide di tenere una conferenza stampa, perché lo fa? Se è interessato a risolvere i problemi e a non apparire, perché tiene una conferenza stampa? O per caso sta dimenticando che io non sono un «comune» cittadino, senza offesa i per comuni cittadini che sono i nostri padroni, e che sono un consigliere comunale, ossia una persona che ha ricevuto un mandato del quale deve dare conto e ragione agli elettori?
Lei, caro assessore, forse dimentica che oggi governa e che, per il resto della sua vita, sarà un «comune» cittadino che vorrà sapere chi governa, come governa, chi fa opposizione e come fa l’opposizione. Il mandato è un ordine che abbiamo ricevuto (di buon grado, per carità) quando siamo stati eletti. Dunque, chiuda con le espressioni gratuite e, se lo vuol fare, faccia lei il comune cittadino. Se le dicessi quanto le ho appena detto, cioé di andare a fare il comune cittadino, le starei chiedendo di dimettersi; ma lei sarebbe pronto a rispondere, come le ho risposto poc’anzi io, che ha ricevuto un mandato elettorale da onorare e di cui dar conto. E voglio suggerirle un altro spunto. Quando sarà «chiuso» in casa, da comune cittadino, spererà nell’opposizione per conoscere gli atti di governo della maggioranza e, per lei, l’opposizione sarà la vita. Io, da umilissimo consigliere comunale, l’ho già detto ma non guasta ripeterlo, ho il compito di ispezionare (controllare) gli atti di governo e di darne conto al popolo. E non dimentichi che anche lei è e sarà popolo. Il mio compito, dunque, me lo lasci fare come ritengo più opportuno e, comunque, nel rispetto del mio dante causa. E c’è di più. Dobbiamo ringraziare i giornali e i giornalisti che, in questo contesto, a parte le defaillances (presenti in ogni categoria sociale), sono strumento di democrazia. La democrazia è anche far da cerniera tra le istituzioni e il popolo. Quale sia il suo ideale in quest’ambito, vorrei pure domandarglielo; ma non voglio polemizzare. Il suo recapito telefonico, comunque abbia inteso offrirmelo, lo accetto, perché ritengo mi porti ad un amico che, innanzi a questi argomenti, sicuramente alzerà le mani come si fa quando abbiamo puntata una pistola alla tempia. La sua intelligenza m’induce a pensarlo.
Che debbo dirle, per il resto. Comincio a pentirmi delle mie intenzioni di proseguire, e dunque mi fermo. E la prego di scusare lo sfogo. Con ogni deferenza per la persona e per il ruolo.
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