LA PREPOTENTE ASCESA DELLA DEA

In un 2016 definito dai più come l’anno delle sorprese, il Leicester campione d’Inghilterra ed il Portogallo campione d’Europa rappresentano i casi più eclatanti, non poteva di certo mancare una favola nella massima serie calcistica italiana. Questa eccezione porta il nome dell’Atalanta, squadra bergamasca sapientemente guidata dal duo Percassi-Gasperini; imprenditore facoltoso e solido il primo ed allenatore competente ed esperto il secondo. Se a tutto ciò si aggiunge la presenza, meticolosamente curata, di uno dei settori giovanili più floridi d’Italia e del mondo, ossia la tanto famigerata Zingonia, allora mescolando i tre elementi non può che venir fuori un cocktail a dire poco esplosivo: l’Atalanta stagione 2016/17.

La presidenza Percassi: dal 2010 grazie all’acquisizione della società da parte dell’imprenditore Antonio Percassi, l’Atalanta ha potuto lavorare nuovamente in un contesto economicamente solido, elemento imprescindibile per riuscire a far esprimere il 100% del proprio potenziale ai giocatori, all’allenatore ed allo staff tutto, in un clima improntato alla più totale serenità. Tradotto in cifre il volume d’affari delle sue attività (Zara, Kiko, 3,9% del pacchetto azionario di Alitalia tra le altre) è stato stimato in 800 milioni di euro; potenziale non certo di poco conto per un team di fascia medio-bassa della Serie A. Prima dell’attuale magica annata, sotto la sua gestione la squadra è riuscita a centrare, al primo tentativo, la promozione nella massima serie e, successivamente, ben cinque salvezze consecutive. Il tutto, all’insegna della programmazione e dell’oculatezza economica, fattori imprescindibili per creare un progetto all’altezza sul lungo periodo.

Gasperson: nella sua pluriennale esperienza, da qui il soprannome improntato a Sir Alex Ferguson, alla guida della parte rossoblù della lanterna il tecnico di Grugliasco si è sempre distinto per i seguenti tratti distintivi: fluidità tattica, intensità e verticalità. Questi tre elementi sono stati proiettati nel contesto Atalanta, portando i seguenti dividendi: nove vittorie, sei delle quali consecutive, un pareggio e quattro sconfitte, tutte avvenute nelle prime cinque giornate. Il modulo proposto è un 3-4-3 dinamico, nel quale ogni giocatore è in grado di assolvere con pieni voti sia alla fase difensiva che a quella offensiva, interpretando, molto spesso, più ruoli all’interno della stessa partita. Nella stragrande maggioranza dei casi, gli interpreti che mettono in pratica questo “calcio totale” sono: Berisha, esperto ed affidabile portiere della nazionale albanese; Masiello-Toloi- Caldara, i quali formano un terzetto difensivo completo caratterizzato da esperienza, fisicità ed esplosività; Conti-Kessie-Gagliardini-Kurtic-Dramè, dove è riscontrabile un non disprezzabile mix di dinamicità, fisicità e qualità; Gomez-Petagna, incrocio perfetto di qualità, dicesi tecnica e rapidità da una parte e prepotenza fisica e senso del gol dall’altra, che ogni buon duo d’attacco dovrebbe avere. In questa sinfonia al limite della perfezione, meritano un analisi particolare Kessie e Petagna: l’ivoriano, appena tornato dal proficuo prestito a Cesena, ha mostrato caratteristiche non ordinarie tipiche del centrocampista moderno, definito in Inghilterra box to box midfielder, quali i connubi tra fisicità e tecnica e capacità di interdizione e proposizione. In quest’ottica, viene paragonato dai più ad un mostro scaro del calcio del nuovo secolo quale Yaya Toure, giocatore non certo dotato di qualità normali. A tutto ciò, vanno aggiunti altri due numeri “discretamente” rilevanti: 1996, anno di nascita, 5 + 2, rispettivamente i gol e gli assist stagionali. L’attaccante triestino, anche lui tornato da un prestito in cadetteria ad Ascoli, è riuscito a suon di prestazioni a scalzare dal ruolo di attaccante titolare della Dea due mostri sacri quali Pinilla, bomber affermato e due volte campione del sudamerica con la nazionale cilena, e Paloschi, acquisto più rumoroso del mercato bergamasco, preso a suon di milioni di euro dallo Swansea. Le caratteristiche principali di questa portentosa prima punta sono: la difesa della palla, in modo tale da far salire e respirare i propri compagni, la buona capacità tecnica, elemento non troppo naturale in un giocatore di un metro e novanta, e la potenza del tiro. L’apoteosi del fattore intensità è immediatamente riscontrabile nel secondo tempo disputato nel match dell’Atleti Azzurri d’Italia contro la Roma, nel quale la Dea ha battuto una diecina di calci d’angolo, non ha praticamente mai fatto superare la metà campo ad una squadra tecnica e forte come quella giallorosso ed è riuscita a ribaltare lo 0-1 della prima frazione portando a casa una vittoria allo stesso tempo importante e prestigiosa. Infine, come ampiamente dimostrato in tutto l’arco della propria carriera da tecnico, Gasperini, e per estensione le sue squadre, non ama particolarmente il possesso palla, ma preferisce una costante ricerca del gioco in verticale, specialmente sugli esterni, al fine di creare la superiorità numerica e mettere così in difficoltà il team rivale di turno.

La florida Zingonia: la maggior parte degli investimenti economici che l’Atalanta fa ogni anno sono destinati al proprio settore giovanile, in quanto in un periodo di crisi economica come quello attuale, il crearsi in casa giocatori di prospettiva, rappresenta una necessità oltre che una filosofia. In più, la società avendo memoria storica è consapevole del fatto che questa sia una politica più che vantaggiosa, non a caso da queste parti sono usciti fior fior di giocatori di livello, quali: Pazzini, Montolivo, Donati ecc. Nell’attuale rosa atalantina, il difensore centrale Caldara, l’esterno destro Conti ed il centrocampista Gagliardini possono essere, a ragione, considerati quali gli ultimi 3 giocatori di spicco usciti dal sopracitato contesto. A suon di prestazioni di altissimo livello, gli occhi dei maggiori club nazionali ed internazionali sono andati a finire su questi tre ragazzi e non ci sarebbe da sorprendersi se a stretto giro di posta queste  figure  dovessero lasciare Bergamo, facendo così incamerare molti soldi alla società, utili per far proseguire con sempre maggior forza e cura questo processo virtuoso.

Ciò detto, il mondo Atalanta ha più di un valido motivo per pensare, a ragione, in grande. Solo il tempo saprà dirci se la favola durerà o meno, nel frattempo non ci resta che godere di simili maiuscole prestazioni. Viva il Calcio !!!                       

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