È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA FAMIGLIA AGNELLI DICE ADDIO AL LINGOTTO E ALL’ITALIA
26 Lug 2016 15:22
La famiglia Agnelli lascia l’Italia: a fine anno non ci sarà più nessuna società del gruppo a Torino. Saranno trasferite nei Paesi Bassi anche la holding Exor e la Giovanni Agnelli e C. Sapaz, detentrice del 52,99% della finanziaria. Il loro addio al Lingotto segna simbolicamente la fine di un rapporto ultracentenario con la città piemontese. Il percorso è uguale a quello già seguito da Fca, Cnh Industrial e Ferrari: Exor, porterà in Olanda sia la sede legale sia quella fiscale (quest’ultima per le altre società è a Londra) e manterrà la quotazione solo a Piazza Affari.
Tra gli azionisti potrebbero esserci la Cascade Investment di Bill Gates, Jacob Rothschild e Nassef Sawiris: i tre imprenditori sono tra quelli che hanno dato disponibilità ad acquistare le quote provenienti dall’esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti contrari all’operazione.
Il prezzo dovuto ai soci che opteranno per il recesso è di 31,2348 euro per ogni azione a fronte del prezzo di chiusura di oggi dei titoli pari a 33,51 euro. Il progetto di fusione transfrontaliera per incorporazione di Exor in Exor Holding, società olandese interamente controllata da Exor, sarà efficace entro la fine del 2016. L’assemblea straordinaria degli azionisti è convocata a Torino, al Lingotto, il 3 settembre e sarà l’ultima italiana del gruppo.
Per favorire gli investimenti di lungo termine nella società, Exor metterà in pratica un meccanismo di fidelizzazione: per ogni azione ordinaria Exor Nv detenuta ininterrottamente per un periodo di 5 anni, gli azionisti avranno diritto, al termine di questo periodo, a 5 diritti di voto, che saliranno a dieci se il periodo complessivo sarà di 10 anni.
L’operazione, non avrà alcun impatto sulle società controllate, i cui impegni industriali e fiscali rimangono invariati, in ognuno dei paesi dove loro operano.
Giuseppe Raciti
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