LA DERIVA AUTORITARIA DELL’ITALICUM E DELLA “DEFORMA” COSTITUZIONALE BOSCHI-RENZI

 Avviata da parte del Coordinamento di Ragusa per la Difesa Costituzionale dei due referendum su articoli dell’Italicum. Sabato mattina il responsabile del coordinamento, Cesare Borrometi, Franco Antoci, Resi Iurato, Gianni Iacono , Gianni Battaglia e Concetto Scivoletto ha spiegato il senso dell’iniziativa che mira ad abrogare due articoli dell’Italicum che prevedono i capilista bloccati ed il premio di maggioranza senza soglia.

Il 6 maggio 2015, è stata definitivamente approvata la nuova legge elettorale (n. 52/2015) che il premier Renzi, con il mal posto proposito di ritenerla un passo avanti del Sistema Italia, ha battezzato come ITALICUM. Parallelamente è stata approvata una radicale modifica della Carta Costituzionale che è più corretto definire “deforma” costituzionale dal momento che svilisce i principi ispiratori voluti dai Padri Costituenti.

L’Italicum introduce un sistema maggioritario con premio di maggioranza, costruito con una serie di trabocchetti che tentano di svicolare i dettami della sentenza 1/2015 della Corte Costituzionale che dichiarò l’illegittimità del Porcellum proprio perché: a) non consentiva agli elettori la scelta dei candidati da votare; b) attribuiva alla minoranza “vincente” un premio di maggioranza senza soglia.

Ebbene la nuova legge elettorale consente l’espressione delle preferenze, ma prevede il sistema dei capilista bloccati.

L’Italicum, dunque, apparentemente, ma solo apparentemente, abbandona il sistema delle liste bloccate (in cui i deputati sono eletti in base all’ordine di lista, senza che l’elettore possa mettervi becco), rendendo bloccati “soltanto” i capilista, mentre gli altri deputati vengono eletti sulla base delle preferenze. Tuttavia c’è un trucco. Vengono previsti, infatti, 100 collegi di dimensioni variabili da tre a sei seggi. Poiché difficilmente un partito elegge, in collegi così ridotti, più di un deputato, ecco che buona parte dei deputati non saranno scelti dagli elettori con il voto di preferenza ma saranno direttamente “nominati” dai capi dei partiti. Ad essere “cooptati”, insomma, saranno in grandissima maggioranza (il 70% secondo un calcolo approssimativo) i capilista.

Ancor maggiore è lo scostamento dalle prescrizioni della Consulta che l’Italicum concretizza con riguardo al premio di maggioranza. Ancora una volta apparentemente viene fissata la soglia per l’ottenimento del premio di maggioranza che andrà al partito che avrà raggiunto e superato il 40% dei voti, con ciò, peraltro, legittimando un premio di maggioranza notevolissimo. Tuttavia, anche questo principio viene sconvolto dalla previsione del turno di ballottaggio. In pratica, se nessun partito, com’è assai probabile, raggiungerà la soglia prevista del 40%, si terrà, tra i due partiti che avranno ottenuto più voti, un turno di ballottaggio, a seguito del quale lo stesso premio di maggioranza (40% dei deputati) sarà attribuito al partito che avrà preso più voti. In soldoni, ciò vuol dire che, tenuto conto dell’astensionismo crescente nel nostro paese, e considerato che nel turno di ballottaggio molti elettori non sentendosi rappresentati da alcuno dei due partiti in competizione potrebbero non andare a votare, ben 340 seggi potrebbero essere assegnati ad un partito con percentuali di reale rappresentatività risibile (anche solo il 20% del paese).

In definitiva, non solo l’Italicum non si adegua ai principi fissati dalla sentenza 1/2015 della Corte Costituzionale, ma rende possibile la sciagurata eventualità del partito unico, arbitro della vita politica del paese come ai tempi del ventennio, con un’opposizione ridotta a mero orpello scenografico, impossibilitata ad incidere in una qualsiasi maniera sulle scelte del paese. Si consideri poi che i nominati, in quanto tali, non potranno non prestare ossequio al leader del partito al governo onde ottenere la garanzia dell’inclusione in lista, e molto più dell’inclusione come capilista.

A presidio della Costituzione repubblicana e dei suoi principi, un nutrito gruppo di cittadini, intellettuali,  costituzionalisti e avvocati si è costituito in Coordinamento per la Difesa Costituzionale e sta promuovendo due referendum per l’abrogazione dei due articoli dell’Italicum che prevedono i capilista bloccati ed il premio di maggioranza senza soglia.

Dopo la vidimazione delle schede per la raccolta delle 500.000 firme necessarie, parte la raccolta delle firme per l’indizione dei due referendum. Ottenere i referendum e far si che li si vincano è una battaglia di democrazia alla quale nessuno deve sottrarsi per evitare che le lancette del tempo tornino indietro alla famigerata legge truffa (addirittura migliorativa rispetto all’Italicum) o alla legge Acerbo che consentì al regime fascista di impadronirsi del parlamento dando vita, di fatto, al partito unico e all’uomo solo al governo.

 

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