LA BALLATA DELL’AMOR PLUMBEUS


Si ferma tutto il mondo e lo aspetta:

lo vede piangere e stringere il ferro, la mano destra

pressa ma non troppo quel grilletto omicida e

prende in mano la sua vita come per farla finita.

               5      Lui che visse triste, sognava di comunicare

ed esprimersi per epistole con la sua Tisbe.

In amore erano distanti come fuochi di un’ellisse

e lui soffocava stretto come un cuore in extrasistole.

Lei non lo amava, quel pensiero lo lamava

10        come lava lo invadeva quell’ardente brama

di arrivare alla vecchiaia con lei in casa

o che lo scaldasse in eterno nel silenzio della bara.

Ma lei, da fanciulla, già era donna di successo;

sognava di sposare un uomo più ricco e bello.                                                                              

15          Per lui era perfetta, l’esatta corrispondenza,

l’unica intelligenza affine al suo intelletto.

 

Marco si concentra e pensa che nessun’altra

sia bella la metà di quella sua dea greca.

La gelosia dell’amica lo divora e lo tormenta:

20          il castello delle speranze alla fine si sgretola.

D’altra parte Clelia stravedeva per lui,

che era la sua luce nei suoi momenti più bui;

l’unica a comprendere l’universo in lui,

ma che era cieca di fronte ai suoi tormenti più oscuri.

 

25          Lei conobbe un giovane più avvenente di Marco:

meno alto ma più caldo, persino meno astratto.

Lui accusò quest’altro colpo basso

e pianse lacrime di china nere come l’asfalto.

L’idea della sua musa prendeva vita nei racconti,

30          ma dagli spunti e dal male che lei gli aveva fatto.

Fu la volta decisiva di un distacco tra i rimorsi

e i rimpianti che ebbe lui dopo che ebbe tagliato i ponti.

A lei Marco mancava poco e viveva la sua avventura

come in un gioco, o un romanzo in letteratura.

35          Ma nella sua lettura fu delusa dal finale,

così anche lei rimase sola con la sua sventura.

Fu delusa dal giovane, stremata dalle parole

che pesavano come l’opinione delle persone.

Marco l’amò, finché non crollò il ginocchio,

40          si puntò il ferro alla tempia e si mostrò uomo di polso.

 

Si ferma tutto il mondo e lo aspetta:

lo vede piangere e stringere il ferro, la mano destra

pressa ma non troppo quel grilletto omicida e

prende in mano la sua vita come per farla finita.

45          Lui la vuole far finita, non c’è via d’uscita;

accarezza il grilletto e imprime forza con le dita:

nello stesso istante pensa a Clelia che ride,

più non la rivide, ma addolcì quella sua triste fine.

Testo in rima di Ruben Distefano, Liceo Classico Umberto I, III C

 

 

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