INTERVISTA AL DIRETTORE DEI MUSEO CIVICO L’ITALIA IN AFRICA 1885-1960” A RAGUSA

Direttore  Mario Nobile, come è nato questo museo?

E’ nato quasi casualmente. In casa avevo tante uniformi conservate in armadi, scatole, valigie, e alcune erano esposte nel mio studio su alcuni manichini posti sopra uno scaffale. Gli amici che venivano a trovarmi li osservavano ammirati e curiosi di conoscerne l’origine e la storia.

Da qui l’idea del Museo. Infatti, mi chiesi: perché riservare solo ad una ristretta cerchia d’amici la visione di quei pezzi e non, invece, allargarla anche a tutti i ragusani e ai turisti che visitano Ragusa?

Certamente un’ottima idea. A che cosa deve la sua titolazione?

La titolazione “L’Italia in Africa” trae origine da un piccolo episodio accadutomi quando avevo 13 anni. Mi trovavo a Roma con i miei genitori e, all’interno del giardino zoologico, andammo a visitare l’ Istituto per l’Africa Italiana ( ora smantellato e scomparso). Appena entrato restai affascinato da tutte le uniformi, le armi, gli oggetti, riguardanti l’Africa che era stata italiana, che erano lì contenuti. Da quel momento mi sono appassionato e ho cominciato a raccogliere ogni oggetto attinente le ex colonie dell’Africa Orientale Italiana  (Eritrea, Somalia ed Etiopia) e della Libia.

Lei quindi è un collezionista?

Si, sono un collezionista.

Che cosa l’ha spinta a  mettere a disposizione in comodato d’uso gratuito la sua collezione?

Mi ha spinto, come Le dicevo poco fa, il desiderio di far conoscere ai miei concittadini, ed ai turisti di passaggio, dei cimeli storici, che difficilmente avrebbero occasione di vedere altrove, che costituiscono un grande patrimonio di carattere storico e culturale.

Ci sono altri musei come il suo? Dove?

No, non ci sono altri Musei che trattano lo stesso argomento. Da Roma in giù è l’unico. Esiste qualche cosa a Roma, ma si tratta di sale, all’interno e nel contesto dei Musei delle varie Forze Armate ( Fanteria, Carabinieri, Guardia di Finanza, Bersaglieri, Granatieri, ecc. ) relative al settore Africa e dove sono esposte alcune uniformi del periodo trattato. A questo proposito, posso dire che in questo nostro Museo abbiamo più uniformi e molto più materiale di quanto esposto in detti musei.

Questo museo civico è stato collocato nello stesso palazzo del municipio. C’ero all’inaugurazione. Ma se devo dirla tutta, per il numero di pezzi esposti m’è parso un  po’ angusto. Che mi dice in proposito?

Ha perfettamente ragione. Il Museo è stato aperto nel marzo del 2009, sostenuto dal  sindaco Nello  Dipasquale. Ora sono quasi 4 anni, e da allora non ha potuto a crescere e ad espandersi. Fra qualche mese dovrebbe anche arrivare uno dei cannoni che furono usati durante la battaglia di Adua del 1° marzo 1896 e, inoltre, dovrei aggiungere altri 12 manichini con altrettante uniformi, ma non so dove metterli. Da non dimenticare anche un ospedale da campo donato dalla  Croce Rossa. Consideri che lo spazio del locale, dove attualmente è situato il Museo, è di appena 106 metri quadrati. Troppo poco.

Mi ricordo che mi accennò all’epoca che questa la riteneva solo  una sede temporanea. Ho ragione?

Si, la ritenevo, sin dall’inizio, una sede provvisoria e insufficiente ( in quel momento, però, meglio che niente, pur di dare un museo civico a Ragusa, che non ne aveva mai avuti ! )

Quali sono, tra i pezzi esposti, i più interessanti e di maggior pregio?

Tra i pezzi esposti ce ne sono  parecchi di notevole interesse, ma, in particolare, ne abbiamo due che sono pezzi unici che abbiamo solo noi e che non hanno neanche i grandi musei di cimeli storici. Questi due oggetti sono una uniforme di Colonnello Comandante delle Truppe Sahariane, appartenuta ad Amedeo di Savoia, il Duca d’Aosta, e una uniforme di Ministro per l’Africa Italiana appartenuta al Gen. Attilio Teruzzi.

Se potesse o, per meglio dire,  Le mettessero a disposizione spazi più ampi e più adatti, come vorrebbe posizionare  il museo nella sede nuova?

I manichini con le uniformi, anziché metterli tutti ammassati come, purtroppo, sono ora, li disporrei distribuendoli nelle varie sale, distaccandoli opportunamente l’uno dall’altro, per essere meglio osservati singolarmente, per vederne e apprezzarne i dettagli e, col tempo, predisporre delle opportune bacheche in vetro affinché le uniformi esposte possano essere ammirate, ma senza essere toccate dal pubblico e senza impolverarsi ( uno dei problemi ricorrenti ).

 Il museo è gemellato con qualche altro del genere?

Abbiamo in corso dei contatti con altri musei, che conservano cimeli storici militari, per instaurare rapporti di scambi di idee, di informazioni e, in qualche occasione, poter organizzare insieme qualche evento o qualche manifestazione.

 Pensa che una rete di musei che trattano cose analoghe se pur diverse o di settore, sarebbe utile, culturalmente parlando?

Certamente, perché si creerebbe una rete che costituirebbe, culturalmente e storicamente parlando, un filo logico che unirebbe tutti gli eventi storici attraversati dall’Italia dalla sua nascita come Nazione ad oggi.

 Per concludere, cosa direbbe ai nostri lettori riguardo l’importanza della storia e della memoria?

Credo che i lettori conoscano già l’importanza della Storia e della memoria. La cosa più importante sarebbe che ne prendesse atto chi di competenza. Potenziando questo Museo, a cui sarebbe aggiunta una Biblioteca di documentazione africana, ed una sala per conferenze, proiezioni video e realizzazione mostre ed esposizioni estemporanee, tutte sul tema Africa, significherebbe costituire un importante sede culturale , unica nel Centro-Sud e collocata a Ragusa, un Centro Studi di Documentazione Storica sull’Africa, punto di riferimento di studenti, studiosi e  appassionati del settore.

 Mi risulta che la biblioteca comunale “Giovanni Verga” di via Matteotti sia stata spostata in via Zama. Rammento che si vociferava che il museo doveva spostarsi in quei locali. Mi sa dire qualcosa in proposito?

Nel marzo del 2011 ho fatto richiesta nella mia qualità di direttore del museo, di concessione dei locali della ex biblioteca per l’utilizzo dei locali come nuova sede del museo. In seguito con delibera 314 del 24 agosto 2012, la Giunta municipale deliberava:

1.”Di destinare i locali dell’ex biblioteca ‘Giovanni Verga’ siti in  via Giacomo Matteotti a musei civici e a locali espositivi.

2. Di incaricare i dirigenti dei settori “Centri Storici” e “ Cultura e Beni Culturali” per gli eventuali studi e fattibilità della destinazione d’uso di cui al superiore punto 1. E proporne ll’atto per la formale destinazione.

3. Di dare atto che non si rende necessario acquisire il parere dei responsabili dei servizi trattandosi di atto di indirizzo così come previsto all’art. 49del D.L.gs 18 agosto 2000 n. 267;

4. Di dare atto c he il presente provvedimento non comporta impegno di spesa;

 Per cui diciamo che la sede ampia e adatta, ci sarebbe?

Naturalmente sì.

 

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