IL SEGRETO DEI CAMINANTI

Quanta strada hanno fatto i Caminanti? Soltanto loro possono rispondere: eredi e custodi di un tesoro, patrimonio di tradizione ed esperienza, tramandato oralmente in decenni di nomadismo da una terra all’altra, dal nord Italia alla Sicilia. Girovaghi per necessità, in molti nell’Isola hanno piantato le radici migranti senza perdere cultura e identità, preservando una lingua misteriosa, il “baccàgghiu”, sopravvivendo ai margini della società come arrotini, stagnini o venditori ambulanti, fieri dei loro antichi e umili mestieri.

I registi ragusani Rita Mirabella e Giuseppe Tumino li hanno incontrati, hanno ascoltato le loro storie, raccolto testimonianze e ricordi, realizzando, passo dopo passo, un prezioso documentario sulla comunità nomade siciliana, di cui fino ad oggi si sa poco o niente.  Frutto di un lungo e accurato lavoro di gestazione, “Il segreto dei Caminanti”, prodotto da Extempora con il sostegno della Sicilia Filmcommission – Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, è stato proiettato il 9 gennaio in anteprima nazionale al cinema Ideal di Ragusa, alla presenza dei due registi.
Il documentario nasce da un’idea di Rita Mirabella, maturata dopo anni di studi e reportage fotografici sulla vita degli itineranti siciliani, oggi concentrata principalmente nel siracusano, tra Noto e Priolo, e nelle provincia di Palermo, Catania, Caltanissetta e Agrigento. Realizzato senza filtri ideologici, lontano da qualsiasi suggestione romantica o folcloristica, il “Il segreto dei Caminanti” è un viaggio tra i “viaggianti”,  un’immersione nel punto di vista e nell’orizzonte nomade, attraverso frammenti di racconto, interviste e memorie personali che diventano collettive, perché “collettiva” resta ancora la vita dei Caminanti, divisi tra loro in gruppi, in base ai cognomi e ai luoghi abitati, ma al tempo stesso accomunati dalle regole di un’unica, ideale grande famiglia fondata su legami di parentela, rispetto, solidarietà. Dall’intreccio di voci e silenzi emerge un mosaico complesso, che agli “estranei”, ai gadjié, a chi non fa parte della comunità, può forse sembrare contraddittorio. Un mondo in cui dalla povertà può derivare anche ricchezza di valori ed esperienze; dove le nuove generazioni sentono urgente il bisogno di abbandonare i lavori di strada, di uscire dalle regole della comunità, senza però rinnegarne i principi fondamentali; dove si rispettano codici morali che a volte non coincidono con la legge scritta, in un misto di libertà e autorità, ragionevolezza e imposizione; dove la riservatezza, l’impenetrabile gergo e l’alone di mistero camminano paralleli al desiderio di lasciare tracce profonde, di resistere ai tentativi di esclusione sociale, di essere parte integrante della storia dell’Isola: gente di Sicilia.

Cercare un’armonia tra questi elementi è forse uno dei segreti dei Caminanti. Altri, probabilmente, resteranno per lungo tempo nell’ombra, per difesa da una società sedentaria che ha descritto la minoranza nomade in tutti i modi – zingari, gitani, mendicanti, vagabondi –  e quasi sempre con grande diffidenza verso “l’altro”. Anche per questo, senza mai violare il non detto, il “viaggio” di Rita Mirabella e Giuseppe Tumino, vuole strappare il velo di pregiudizi stratificati nel tempo, e dare ai Caminanti, al loro essere “minoranza”, un altro significato: immagine nascosta e mancante di una Sicilia che, altrimenti, non avrebbe avuto l’identità di oggi.

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