IL LATO “B” DELL’AMERICA

L’anima scura, triste, negletta dell’America è quella raccontata da Cormack McCarthy ne Il buio fuori, secondo uno schema letterario che potremmo dire del contrappasso: la nefandezza e la miseria delle storie umane bilanciate dalla folgorante bellezza della natura. Personaggi quasi ieratici, nella loro apparente assoluta perdita di ogni umanità. La crudeltà della provincia americana, specie quella del sud, che apre scenari inimmaginabili e getta una luce sinistra sulla genesi stessa di una nazione, le cui radici affondano nella violenza, di una cultura su un’altra, di una razza su un’altra.

Paesaggi incontaminati e straordinariamente belli si accompagnano a personaggi disegnati con un pennello antropologico fuori dal comune sono quelli raccontati nel bellissimo Un tranquillo weekend di paura, del grande John Boorman. Storie di ordinaria animalità, che si scontra con la levità e la mancanza di peso dei citizens a caccia di esperienze forti. All’epoca, un sensazionale thriller sulla incommensurabilità dei mondi che convivono nella pancia del popolo americano. Un episodio fra tutti: il duello fra la chitarra di uno dei cittadini e il banjo di uno dei locali, un incrocio fra un bambino e un mostro della foresta.

L’America rurale è quella cantata dal grande Johnny Cash, che influenzò generazioni future di menestrelli, uno fra tutti qualcuno che di cognome faceva Zimmerman…… Nel delizioso Solitary man, la voce roca e calda di Cash ripropone alcune cover della tradizione country ma anche di un  repertorio più commerciale, che nelle sue mani acquista quasi una filigrana tragica. Le corde vibranti della chitarra, l’intonazione ai limiti (eppure così musicale), il sapiente dosaggio dell’intensità e della distensione regalano 40 minuti di godimento puro. Fra tutti: One, degli U2, essiccata al punto da farne schizzare via l’anima; la title-track, del meraviglioso Neil Diamond, che in Italia un tale Gianni Morandi rifece allinenandolo ai suoi hit con il titolo “Se perdo anche te”!

 

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