GRANO: SPECULAZIONI SU PREZZI DANNEGGIANO PESANTEMENTE CONSUMATORI

 Mentre il prezzo del grano scende inesorabilmente, i prezzi al dettaglio dei prodotti lavorati (pane e pasta) subiscono intollerabili ricarichi nei vari passaggi di filiera, con un danno evidente che colpisce sia gli agricoltori, sia i consumatori.

Lo denuncia il Codacons, che nella battaglia del grano si schiera a favore dei coltivatori e delle loro sacrosante proteste.

Per Francesco Tanasi Segretario Nazionale Codacons i consumatori italiani subiscono un duplice danno,  l’ ingresso di grano straniero ha portato infatti ad un abbattimento delle quotazioni nel nostro paese, diminuite del -43% per la pasta e del -19% per il pane. Un calo artificioso che porta benefici solo alle industrie del settore: al dettaglio infatti i prodotti finiti non hanno registrato alcuna riduzione di prezzo, e nei vari passaggi di filiera e di trasformazione del grano si registrano ricarichi che raggiungono quota +1600% per il pane e +400% per la pasta. Non solo. Ai consumatori viene tenuta nascosta l’origine del grano, cosicché quando si compra pane o pasta è impossibile conoscere la provenienza della materia prima”.

Per Tanasi una ingiustizia non più tollerabile. Gli utenti hanno il diritto di fare scelte consapevoli in fase di acquisto, e optare per una pasta in cui sia trasparente e rintracciabile l’origine. Se infatti il grano proviene dall’Ucraina o dal Canada perché non leggiamo con evidenza in etichetta la tracciabilità della pasta? Ha ragione Coldiretti: soltanto noi consumatori possiamo decidere consapevolmente cosa acquistare, e allo stato attuale si configura un inganno palese che danneggia tutti i soggetti interessati, ad esclusione dell’industria della pasta e del pane.

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