G.E.M. – LA MOUNTAIN BIKE NEL VAL DI NOTO

Circa tre settimane fa, forse più, mi è capitato di incappare per caso, come semplice osservatore occasionale, nel bel mezzo di un evento sportivo; più rigorosamente e più o meno tecnicamente parlando, si trattava di un raduno di ciclisti. Un’affascinante circostanza che ha in qualche modo stimolato la mia pigra attenzione, inducendomi a una riflessione che, travalicando l’ovvio tema ludico-agonistico, ad oggi non mi ha ancora consentito di interrompere il continuo rimuginare. Dirò al lettore, immediatamente, quale è stata l’improvvisa impressione che ne ho avuto, a suo tempo, come premessa all’intervista che farò seguire: centinaia di casacche pluripigmentate, di ciclisti sorridenti e rilassati nel volto, pur nella stanchezza postuma a un giro in bici, presumibilmente svoltosi nel verde entroterra ibleo, ipotesi che deducevo dalla tipologia di ruote (da mtb); scambi di mano al volo, abbracci da sul sellino stesso, clima disteso di festa e di gioco, mentre come un turbine di api vorticanti il viavai continuo delle ruote mi circonfondeva. Mi ci volle un po’ di tempo perché potessi riprendermi dalla allegra e contagiosa confusione presso cui mi ero trovato riverso. Questo gioioso “lapuniari” di sfavillanti e colorati centauri ecosostenibili si svolgeva in piazza Busacca, a Scicli, in una bella e solare domenica del più canonico Dicembre siciliano, sì il periodo era quello natalizio, ma ancora la luce del mezzogiorno soleva ricordare una non troppo lontana estate trascorsa, e una lacrima di sudore non si accontenta di compiangerla. C’era un bancone con delle vivande, quasi appoggiato alla ringhiera del monumento dedicato al benefattore paesano, eroe eponimo dello spiazzale medesimo. Alcuni ciclisti vi si avvicinavano per rifocillarsi, e nel contempo i clic delle fotocamere digitali erano appena percettibili all’udito, immerso com’ero nel clamore della festa che così febbrilmente e spontaneamente avveniva.

Sport, rispetto per la natura, amicizia e sano agonismo, sono i le componenti di un cosmo ideale che mi riesce facile chiamare società, o addirittura civiltà. Senza alcuna necessità di immaginare, o creare di sana pianta, forme di partizione alternative e delimitanti (quanto mi riesce insopportabile la dicitura “società civile”), finzioni verbali che sono e risultano sempre fuorvianti nella discussione globale che si deve urgentemente instaurare. Un’esigenza di relazione dialettica imprescindibile, quest’ultima, affinché sia possibile pensare e costruire le basi per il futuro. Ora, se queste sono state sinteticamente le impressioni, o più che altro le riflessioni riguardanti tale lietissima situazione presso cui mi sono trovato accidentalmente, ossia la scaturigine ovvia, ne è conseguita la mia ricerca di informazioni in merito. Avendo un amico mountain-biker, a questi mi sono rivolto e mi è stato dato il riferimento personale cui riferirmi e inoltrare le mie richieste di chiarimento. Si chiama Agostino Mormina, sciclitano, infermiere professionale, da anni impegnato nell’attività sportiva ciclistica, mente e anima generosissima di molti raduni provinciali. Con la grande timidezza di chi ne capisce veramente poco (niente!, in realtà), di rapporti, di forcelle e pedalate, chiedo lumi ad Agostino.

Io: Agostino, so che sei vicepresidente di una associazione di ciclisti, e responsabile del suo pertinente settore mtb. Mi fai capire come funziona la vostra attività e in che cosa consiste?

Agostino Mormina: In realtà sono solo uno dei referenti del gruppo amatoriale MTB Scicli. Ci occupiamo di escursionismo, principalmente. Dopo qualche anno di attività ed esperienza, siamo stati avvicinati da una squadra agonistica amatoriale di Scicli, l’ASD TEAM SPARKLE, che opera in tutta la provincia e da anni è su strada. Con mia grande sorpresa la dirigenza della SPARKLE mi ha invitato a coprire il ruolo di responsabile per il suo nascente settore MTB, una cosa di cui sono veramente onorato e orgoglioso.

Io: Quali sono secondo te le prospettive del tuo settore e a cosa può aspirare un montain biker amatoriale o semi-pro, nella nostra area geografica? Intendo dire, come camminatore conosco abbastanza bene i nostri percorsi rurali e le riserve verdi del nostro circondario, e spesso penso che siano un potenziale non del tutto compreso di sviluppo sociale e civile. Che ne pensi?

Agostino Mormina: Come ti dicevo, abbiamo cominciato all’incirca intorno al 2010. Eravamo un semplice gruppo di amici, forse con molta inesperienza, ma sicuramente con tanta voglia di pedalare. Devo confessarti che da bambino non avevo bici. Sembra strano, eh? La mia prima bici l’ho inforcata a quarant’anni. Anche se consiglio a tutti di cominciare sin da giovanissimi, questo significa che non c’è età per cominciare o per appassionarsi a qualche sana attività, di qualunque tipo. Certo mi sono perso tantissimo di questo splendido mondo, una realtà che non è solo sport, ma rispetto per l’ambiente, senso di umiltà e fiducia nel prossimo, rispetto reciproco, amicizia… beh, e tantissimo altro. Dalla prima pedalata ad oggi non ho mai perso questo spirito di fiducia e di giocosità, infatti con il mio gruppo alterniamo uscite di allenamento a raduni aperti a tutti, dove l’unica regola è: si parte e si arriva tutti assieme!

Io: Cosa consiglieresti a un neofita della due ruote, come lo inviteresti alla ardua pedalata rurale?

Agostino Mormina: Io consiglierei a tutti coloro che vogliono avviarsi sulla mountain bike di rivolgersi preventivamente al nostro gruppo, o comunque a un ciclista esperto. Spesso si affrontano percorsi suggestivi, bellissimi addirittura, completamente immersi nella natura, ma bisogna sempre tenere presente che nulla è veramente facile. Il pericolo maggiore è la banale inesperienza, dunque per affrontare tutti i tipi di percorso in sicurezza, da quelli facili a quelli di media-difficoltà, occorre tenere efficiente la bici, casco sempre, e mai da soli, per la sicurezza di tutti.

Io: Sport e società, dimmi cosa significa per te.

Agostino Mormina: Già in parte credo di averti risposto. Lo sport è per me un punto di riferimento per i valori che è in grado di trasmettere. Ti dicevo, ad esempio, si parte e si arriva tutti assieme. Il ciclista aiuta sempre l’altro in difficoltà, torna indietro e lo soccorre per fargli superare l’ostacolo. L’agonismo è importante, se vissuto con tranquillità d’animo. Voglio dire che la sana competizione, quando c’è, non deve mai essere vissuta come scontro personale. Ecco perché io penso che anche i progetti scolastici dovrebbero integrare il mondo della bici nei loro piani di educazione. I valori educativi che si possono trasmettere alle nuove generazioni, per mezzo di due semplicissime ruote, non si devono sottovalutare. Che posso dirti? Mi emoziono ancora ad ogni raduno. La bici fa tornare bambini. Questa massima comunemente condivisa fra gli amanti delle due ruote, mi riporta all’infanzia. Da piccolo come ti ho detto non ho avuto bici, l’ho scoperta solo da poco, con mio grande rammarico. Salute, amicizia, natura, solidarietà, questi sono i valori positivi che mi hanno fatto innamorare della mountain bike. Vi assicuro che praticando questo sport affronterete meglio le problematiche che ci presenta la vita ogni giorno. Regalate una bici ai vostri figli!

Io: Parliamo di un raduno tipo, ad esempio di quello natalizio. Ne organizzate molti, in quali periodi? Quali sono gli obiettivi che vi prefissate in squadra, e quali risultati avete raggiunto ad oggi. Infine, dimmi quali progetti avete per il futuro.

Agostino Mormina: Un raduno nasce dallo studio attento del percorso, che scegliamo sempre di media-difficoltà per venire incontro e accontentare anche il ciclista con meno esperienza. Poi promuoviamo gli eventi tramite i social. Anzi, suggerisco di visitare il nostro gruppo su Facebook (Mtb Scicli: http://www.facebook.com/groups/198364596954852/) e il nostro sito internet (http://www.mtbscicli.it). Ad esempio a Natale, forse il più bello degli eventi che organizziamo, ci siamo mossi in questa maniera. Questo 2° Natale MTB inoltre era inserito in un circuito che chiamiamo GEM (Gruppo Escursionisti Mountain-biker) e che sta toccando tutto il Val di Noto. L’idea del circuito nasce proprio dall’esigenza di far conoscere meglio il territorio, anche nei suoi aspetti enogastronomici. Senza dimenticare la solidarietà, quest’anno siamo riusciti a raccogliere fondi da destinare in beneficenza. Le prossime tappe, i prossimi raduni sono previsti per il 31 Gennaio a Rosolini, e poi seguiranno Ispica e Pachino.

Io: ultima questione, Agostino. La tua professione, la tua vita familiare, in che modo diventano tutt’uno con la pedalata. In salita e in discesa, come affronti la tua quotidianità.

Agostino Mormina: Come infermiere sono portato naturalmente a coniugare salute e bici. Certo, la quotidianità è talvolta faticosa, le sofferenze ci sono, ma la vita è anche l’esperienza più bella che un uomo può affrontare. Come una pedata, ci sono salite e discese. Non dimentico mai le difficoltà che sta vivendo la Sanità, le vivo ogni giorno, e nel mio piccolo cerco di risolverle per ciò che mi compete. Affronto la mia giornata lavorativa con grande senso di responsabilità e rispetto. Sono consapevole che il mio ambito professionale richiede la massima attenzione e cura, soprattutto per l’importanza sociale che riveste. Quindi chiaramente non ho poi molto tempo per dedicarmi alle passioni. Non voglio essere banale, ma per me ci sono innanzi tutto lavoro e famiglia. Il tempo restante lo dedico a un hobby che credo sia solo la continuazione di quell’attività che svolgo durante le ore di lavoro, cioè l’attenzione per la salute, in tutti i sensi. Non è sempre facile, ma non c’è spazio né tempo per intristirsi, e poi basta il sorriso dei miei figli, l’aiuto di mia moglie, per darmi forza e vigore ogni giorno nella pedalata. Sai, con i miei amici abbiamo coniato un motto, da pronunciare come un mantra nel momento in cui la faccenda si fa più faticosa e lo scoraggiamento è dietro l’angolo. È ovviamente una cosa che diciamo con grande ironia e simpatia di tono, non certo per vanagloria, perché la forza vera è sempre nel gruppo.

Io: E quale sarebbe il motto, Agostino?

Agostino Mormina: Continua ad andare avanti, magari lentamente, ma non “Mollare Mai!!!”.

 

Gaetano Celestre

 

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