EGISTRO UNIONI CIVILI: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E LA SUA MAGGIORANZA BUTTANO DALLA FINESTRA 500 FIRME DI COMUNI CITTADINI

Non siamo mai stati pregiudizialmente contrari al registro delle unioni civili ma, così come è stato richiesto da una petizione di oltre 500 cittadini, sarebbe stato utile e necessario l’ulteriore momento di riflessione che è stato chiesto all’Amministrazione comunale prima dell’esame del nuovo regolamento in Consiglio comunale. Ed invece, alla faccia della tanto decantata democrazia partecipata, si è deciso di non prendere nemmeno in considerazione la richiesta proveniente da una consistente parte di cittadini, addirittura numericamente maggiore rispetto ai cittadini che hanno chiesto l’istituzione stessa del registro delle unioni civili. Quel che contestiamo all’Amministrazione comunale è proprio il metodo, la totale chiusura dimostrata, che nei fatti in questo come in altri casi innalza un muro altissimo tra la pubblica istituzione e i cittadini amministrati, rischiando di far passare l’idea che ci sono cittadini di serie A, le cui proposte possono essere ascoltate e recepite, e cittadini di serie B a cui non viene data la stessa opportunità, nemmeno di essere ascoltati. Pensare di amministrare la città a colpi di maggioranza numerica è davvero allucinante. E’ giusto che l’Amministrazione se ha un’idea o una proposta che intende portare avanti, deve procedere, e del resto poi ne risponderà alle elezioni future, ma è anche giusto che prima di proseguire a gamba tesa, è necessario ascoltare tutte le parti in causa. Solo così potrà mostrare vicinanza ai cittadini, ascolto democratico, condivisione e partecipazione. Quanto invece non è stato fatto ieri sera in Consiglio comunale dove a colpi di maggioranza numerica si è deciso di buttare dalla finestra la petizione di oltre 500 cittadini. Per i grillini e per i loro compagni di viaggio, evidentemente questi cittadini non erano degni. Eppure chiedevano solo di approfondire la questione, decisamente delicata, e di rinviare di qualche giorno il voto sul registro delle unioni civili. Un rinvio che probabilmente avrebbe dato la possibilità di aggregare più posizioni ottenendo così un’approvazione ancora più convinta e concretamente partecipata.

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