DOCCIA FREDDA DELLA CORTE DEI CONTI SUL COMUNE DI MODICA

La deliberazione n. 98/2017 della Corte dei Conti resa il 17 aprile 2017 e inviata in queste ore al Comune di Modica è l’ennesima doccia fredda che contribuisce a ridurre sempre più al lumicino le residue speranze di un risanamento finanziario dell’ente comunale.

Ciò grazie alla dabbenaggine (non ci sovvengono altri termini che possano descrivere con maggiore eufemismo la realtà) degli attuali amministratori che, chiamati a giustificare l’enorme ritardo della presentazione alla corte del bilancio consuntivo 2015 e preventivo per il triennio 2016/18 e le misure prese per salvaguardare i già compromessi equilibri finanziari del Comune, non trovano di meglio che addossare i loro inadempimenti alla mancata tempestiva nomina del collegio dei revisori dei conti.  

Dalle motivazioni della Corte emerge il tono irritato di chi si sente preso per i fondelli perché, infatti, le tesi illustrate dal sindaco sono confutate con la lapalissiana considerazione che l’organo di controllo è in carica dal 05 ottobre 2016, che la Corte ha mandato ben tre solleciti nei mesi successivi (del 23/11/16, del 07/12/16 e del 07/02/17) ai quali non ha avuto alcun riscontro e che solo dopo la convocazione dell’udienza di deferimento il comune ha dato segnali di vita.

L’inadempienza non è da poco perché alla Corte è stato “inibito l’esercizio delle funzioni di controllo demandate alla Corte in presenza di una condizione finanziaria di gravissima precarietà”.

La Corte contesta altresì al Comune di Modica la mancata adozione di correttivi al bilancio del 2014 così come già sollecitati dalla sua pronuncia n. 235/16 cui il sindaco si è limitato a replicare con la sua intenzione di rimodulare il piano di riequilibrio.

Anche in questo caso la risposta della Corte è severa: “… la Corte con la deliberazione n. 235/16 ha adottato una pronuncia specifica (…) a seguito della quale l’ente era tenuto a valutare le criticità ivi segnalate e porre in essere interventi idonei per addivenire al loro superamento. L’ente non ha trasmesso le misure correttive necessarie”.

Lo stesso sogno del sindaco di rimodulare il piano di riequilibrio è liquidato con un sarcastico ” ammesso che sia configurabile, ammissibile, e attendibile”… e ancora: ” più volte è stato pure rammentato come la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale…non può rappresentare un facile escamotage per eludere l’obbligo di dichiarare tempestivamente il dissesto finanziario, con ogni conseguenza in termini di responsabilità in capo agli organi dell’ente coinvolti nelle relative decisioni”.

Amare la conclusione delle motivazioni della Corte: ” Ed invero i continui ritardi e il mancato riscontro indicano, in siffatto quadro di crisi e opacità, l’incapacità dell’ente di affrontare, se non attraverso, un defatigante rinvio al futuro, i numerosi profili di grave irregolarità e criticità ripetutamente segnalati dalla Sezione e di adottare gli atti consequenziali che l’ordinamento impone“.

Severe, infine, le conseguenze: invio degli atti alla Procura della Repubblica e alla procura della Corte dei Conti presso la Regione Siciliana.

A fronte di quanto sopra invitiamo caldamente il sindaco a interrompere la sua continua passerella elettorale e, nell’interesse della città, a trarre le dovute conclusioni politiche. 

                                                          

 

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