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Comiso, l’ultimo saluto a Maria Melilli che oggi avrebbe avuto 96 anni. preghiera e silenzio prima della sepoltura. VIDEO
06 Feb 2025 11:16
Con la collaborazione della collega Francesca Cabibbo
Oggi Comiso ha dato il suo ultimo saluto a Maria Melilli nel modo più semplice: con una preghiera e con la discrezione di chi sa che il dolore, prima di tutto, merita rispetto. Questa mattina, alle dieci, nella riservatezza di una cerimonia intima, infatti, si è svolta a Comiso la preghiera in memoria di Maria Melilli, la donna rinvenuta mummificata nella propria abitazione che condivideva con il figlio Giuseppe. La data della morte, notificata dalla Questura di Ragusa alla agenzia di onoranze funebri, è quella del 15 marzo 2023. Pochissimi i presenti, tra cui il sindaco della città, Maria Rita Schembari, e i membri della comunità Charis, di cui Maria faceva parte prima della pandemia. Un momento raccolto, privo di clamore, segnato dall’assenza del figlio Giuseppe. Oggi la donna avrebbe avuto 96 anni. Ora le è stata data degna sepoltura. Secondo le testimonianze di quanti l’avevano conosciuta – viveva in un rapporto
simbiotico e forse eccessivo e morboso con il figlio infermiere, che lavora nel reparto di Riabilitazione
dell’ospedale di Comiso.
Oggi l’uomo si trova ricoverato in una struttura sanitaria. È stato lui, due giorni fa, a far ritrovare il corpo
della madre, segnalando ai vicini la probabile presenza di un ladro in casa e chiedendo di fare intervenire la Polizia. Quando i poliziotti sono arrivati hanno ispezionato la casa. E nella stanza da letto situata in fondo hanno trovato il corpo senza vita dell’anziana donna.
Nel corso della breve cerimonia il sindaco di Comiso ha richiamato un concetto essenziale: non giudicare. Il dramma di una persona non è materia per sentenze affrettate, e chi resta non deve farsi giudice, ma solo testimone di una storia che appartiene alla complessità dell’esistenza. A questo proposito, ha citato Seneca, che ammoniva a non disprezzare mai nessuno e a non emettere giudizi affrettati, perché la vita è mutevole e ciò che oggi appare saldo può sgretolarsi in un istante. Ciò che siamo oggi non è garanzia di ciò che saremo domani.
Hai poi messo in evidenza come , più laico e persino ateo, ci ricorda che anche nel cammino della vita, che può essere allegro o tragico, la saggezza non appartiene solo a chi crede, ma a chi sa ascoltare e comprendere. Il dolore non ha bisogno di verdetti, ma di umanità.
Breve intervento anche Orazio Zago e Gianni Amodei, responsabili della comunità Charis. Orazio Zago ha ricordato il figlio che si era avvicinato alla comunità quando era ancora adolescente, insieme alla madre. Non c’erano parenti.
La salma è stata poi tumulata nel cimitero di Comiso
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