CHI COMMENTA GLI ARTICOLI ?

Senza di loro, certo, un giornale non sarebbe lo stesso.

Il direttore, certo, dirà: – Ma come, cosa cambia per i  miei scritti e per quelli dei miei eccellenti collaboratori ?

Eh! Sì, Direttore, cambia, eccome ! Una cosa è leggere l’articolo, una cosa è gustare i commenti.

Se si conosce la firma, il giudizio sull’articolo si forma prima di arrivare alla fine, il commento è sempre nuovo, imprevedibile, non scontato, ancora di più appassionante quando l’autore si cela dietro un pseudonimo, esaltante quando si crede di poter scoprire l’identità di chi scrive.

E poi vuole mettere la prevedibile consuetudine di un articolo sereno, moderato, elegante, imparziale, con la inopinabile materia di un commento frutto di un autore i cui si sconoscono storia e tendenze?

Senza dire che ormai è prassi considerare il seguito di un giornale dalla quantità e dalla qualità dei commenti agli articoli, attraverso cui si può avere l’idea non solo di quanti seguono la notizia ma, meglio ancora di chi la considera importante. Anche il fatto che un giornale passi il commento, mentre altri non lo approvano, contribuisce a stabilire il peso qualitativo delle opinioni espresse e delle notizie.

La varietà dei commenti i permette di stilare una rassegna, semiseria, dei vari tipi di commentatore, un identikit dell’opinionista fai da te, che può risultare un utile vademecum di consultazione,  per leggere meglio il giornale.

 

L’ammiratore: non si lascia scappare l’occasione di esternare la sua simpatia per l’autore dell’articolo o per il soggetto di cui si parla nello stesso. Lo fa senza esibizioni stilistiche, con naturalezza che trascende nella vidimazione notarile, senza enfasi ma riuscendo a trasmettere una disposizione positiva nei confronti dl destinatario degli apprezzamenti. Salvo poi scoprire che è la madre o la segretaria.

L’epigono: considera il giornalista o il soggetto dell’articolo un maestro, un esempio da imitare, il portatore della verità assoluta. E’ un seguace acritico che mai potrà cambiare opinione, nemmeno di fronte all’evidenza , che non si può esimere dal far notare che lui, per ogni occasione, è lì, presente.

L’invasato: ha accettato, attivamente o passivamente, una ideologia o un ruolo che gli è stato assegnato, è ligio alle direttive assegnate, di una associazione, di un partito, di una qualsiasi organizzazione sociale. Si ritiene obbligato a intervenire, anche se non sollecitato, a difesa del suo mondo ogni qualvolta ritiene siano stati lesi onorabilità e reputazione. Se, malauguratamente, equivoca sul senso di quanto scritto sul giornale, la sua requisitoria a difesa si trasforma in un tiro a segno senza bersaglio.

Il difensore: fondamentalmente sempre in buona fede, prende le difese, anche di se stesso, per puro amore della verità. Lo dimostrano i toni sempre moderati, senza esasperazione, senza repliche. Diversamente, quando la difesa è palesemente di parte, i toni si esasperano, c’è la replica d oltranza, l’attacco è dietro l’angolo, si passa con facilità all’offesa, la mancanza di tolleranza palesa non solo i limiti dell’azione difensiva ma ne testimonia l’arrogante tentativo di negare la verità.

L’uomo colto: leggere i suoi commenti è sempre un piacere, un ritorno alla gioventù fra i banchi di un liceo. Linguaggio forbito, esposizione ordinata, argomentazioni ineccepibili, serenità di giudizio che viene sempre apprezzato anche se non condiviso. Quasi sempre da ingaggiare, anche a tempo determinato o partime, per qualsiasi testata.

Il VIP: quasi sempre componente dell’establishment e abituale frequentatore dei salotti che contano, si ritiene obbligato a intervenire su qualsiasi materia, quasi per mandato superiore. Difficilmente scade nella polemica, consapevole e convinto che il suo intervento sia solo dirimente.

Il sapiente:  dimentica che non tutti hanno un livello di istruzione elevato, né, tantomeno, al suo livello, ma con sadica pervicacia non si limita a infondere nel lettore diplomato i sensi del più profondo pentimento per aver abbandonato gli studi universitari, ma obbliga, attraverso l’utilizzo di termini inconsueti e poco usati, ma sempre forbiti e attinenti,  all’acquisto di enciclopedie e dizionari aggiornati per far sì che la lettura di un quotidiano on line non si trasformi in una sterile e improduttiva osservazione di figure.

Lo storico: è un incrocio fra l’uomo colto e il sapiente, che intravede sempre, fra le righe di un articolo, il nesso per risalire, attraverso la storia, alle origini o alle cause dei fatti più banali. Lettura dei suoi commenti sconsigliata se si dispone di poco tempo da dedicare alla lettura del giornale.

Il provocatore: non deve trarre in inganno l’attributo che non vuole assolutamente considerare negativamente il soggetto. E’ come un topo di casinò, vivacchia fra le pagine dei giornali online, negli orari più impensati e va a scovare la notizia particolare, l’opinionista in voga, il commentatore che ha messo il piede su una macchia d’olio. Dotato di una preparazione di fondo che gli permette di introdursi e galleggiare in un mare di argomenti disparati, spesso il suo tiro non è destinato ad una preda in particolare ma serve a farne uscire una dalla tana, quasi sempre destinata a essere colpita in modo letale. Tanto che il commentatore avventato, per un po’ di tempo, non si legge più. Come i topi di casinò punta raramente, ma quando punta vince molto. 

Il commentatore folle: con scarsa padronanza della lingua, quasi sempre comprende in maniera difforme senso dell’articolo, la consistenza della notizia, le convinzioni dell’autore, meno che mai il senso di precedenti commenti. La tipologia di commentatore che è destinata ad aumentare con la definitiva chiusura dei manicomi.

Bastian contrario: quasi per mestiere, è contrario e avverso a qualsiasi opinione o veduta, peggio che mai quando la sua avversione è personale contro il giornalista o il protagonista dell’articolo. Scrive solo per il piacere di esternare sue antipatie e non si rende conto che i lettori, quando vedono la sua firma, passano oltre.

Il nemico: l’attributo è improprio perché il vero nemico, sempre uno, è il destinatario dei commenti. Come una volta, a turno, i colpevoli di tutto erano i comunisti o i fascisti, ora è il nemico la causa di tutti i mali che affliggono la comunità, in sede locale, regionale e nazionale. Anche quando c’è vento o il mare è mosso la colpa è Sua. Sul modello di una volta: Piove, governo ladro !

Tutte le categorie di commentatori sono poi racchiuse nelle due grandi categorie di ‘firmati’ con tanto di nome e cognome e di quelli che preferiscono firmare con uno pseudonimo. Se mi danno ancora spazio, ad un altro appuntamento semiserio sull’argomento.

Principe di Chitinnon

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