C’è chi denuncia e chi sta zitto. Il doppio volto del tessuto commerciale di Scicli, sotto scacco per i continui furti notturni

La lettura di un fenomeno che sta mettendo in ginocchio il territorio sciclitano non fa una piega. C’è il commerciante che denuncia alle forze di polizia e c’è chi, invece, incassa nel silenzio. Oggi Scicli grida: vuole mantenere il target di città tranquilla e sicura che si è costruita nei decenni condannando ogni forma di criminalità nel territorio. Il nuovo furto ai danni di una pescheria in pieno centro cittadino a Scicli deve fare riflettere. Gli ignoti, forzando una finestra laterale, sono entrati all’interno dell’esercizio commerciale, sito ad angolo fra piazza Mazzini e via Mentana a poche decine di metri dal centralissimo Largo Gramsci, dove si vende pesce rovistando all’interno. Hanno portato una cinquantina di euro. Se dal punto di vista del danaro trovato il furto è stato un fallimento, dal punto di vista morale è stato invece un gesto grave. Grave perchè la scia sembra non fermarsi: quasi una sfida alla società pulita, alle tante persone che lavorano onestamente per guadagnarsi da vivere senza cercare la “scorciatoia” nera, quella dell’essere delinquenti. 

Obiettivi precisi: in essi pensano di trovare nelle casse denaro liquido.

Ma non è così. Nell’elenco delle attività commerciali “visitate” dai ladri ci sono rivendite di frutta, di generi alimentari. Dalla lettura dei furti comincia a delinearsi l’identikit del ladro solitario o dei ladri. Per entrare all’interno delle rivendite prese di mira chi entra dovrà essere una persona mingherlina. Entrano, infatti, da varchi piccoli, capaci di fare passare una persona magra. Il danno alle imposte, infatti, è riconducibile ad una persona di corporatura contenuta. Una volta dentro il ladro o i ladri agiscono in pochissimo tempo, con un’azione fulminea. Arraffano quello che trovano in cassa e fuggono. Lasciandosi dietro la desolazione e la disperazione di una comunità contraria a queste forme di delinquenza. 

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