CATANIA: UNIVERSITA’ AL VOTO. BASTA CONFLITTI!

Nella seduta del 30 novembre il Senato Accademico dell’Università di Catania in ottemperanza alla recente sentenza del CGA ha deliberato che entro il 21 di dicembre dovranno essere presentate le candidature per l’elezione del nuovo Rettore. Restano quindi pochi giorni per scendere in campo ma allo stato si registra soltanto il nome del Prof. Enrico Foti e dell’attuale Rettore  Prof. Pignataro alla quale viene però  contrapposta la “minaccia” di ricorrere ancora una volta al giudizio della magistratura da parte di quanti ne sostengono l’incandidabilità e ritengono definitivamente chiusa e non ripetibile la sua esperienza.

Se questo accadesse, come ha già a più riprese paventato il CODACONS Sicilia, l’Università di Catania dimostrerebbe di voler continuare a  restare nel pantano della conflittualità interna che, anche ricorrendo ripetutamente all’Autorità Giudiziaria, ha immobilizzato l’attività dell’Ateneo e ha ampiamente contribuito a farlo precipitare nella attuale situazione in cui esso è ingloriosamente  relegato. Non va dimenticato come la richiesta di chiarimenti in merito alla sentenza del CGA di luglio, peraltro chiara e inequivocabile, sia servita unicamente a mantenere l’Ateneo per altri 6 mesi nel marasma e nell’immobilità.

Per scongiurare tale evento,  il Codacons fa appello al Prof. Pignataro a voler fare un passo indietro non ripresentando la propria candidatura a Rettore. Tale gesto di responsabilità servirebbe a rasserenare il clima e ad evitare l’ennesimo ricorso all’Autorità Giudiziaria per presunta sua incompatibilità a ricoprire la massima carica dell’Università.  Dopo i mesi perduti non ottemperando alla sentenza del luglio scorso del CGA, l’Università non può più permettersi di essere ancora mantenuta nella palude dell’incertezza. D’altronde l’Amministrazione da poco decaduta ha già avuto tutto il tempo di dimostrare quanto vale e volerla riproporre sarebbe veramente devastante per il futuro dell’Ateneo catanese. Non è più possibile immaginare di avviare un nuovo Anno Accademico all’insegna delle beghe interne, dell’incertezza e dei dispetti infischiandosene cinicamente degli studenti che sono i destinatari primari del sapere accademico. Non si può ancora continuare a distruggere impunemente l’immenso patrimonio culturale della città di Catania e della Sicilia intera costruito in secoli di vita prestigiosa.

Per questo il Codacons rinnova l’invito all’intero corpo accademico affinché ciascuno per la parte che gli compete dia il proprio contributo per avviare una nuova stagione di rinascita e di rilancio. Il Codacons avverte che per risollevare le sorti della nostra Università non sono sufficienti bravi insegnanti e capaci ricercatori, che certamente non le mancheranno, ma occorre con urgenza una guida che sia autorevole e saggia, non schierata ma al disopra degli interessi di parte. C’è bisogno di un Rettore che metta tutti d’accordo, con l’esperienza, la forza ed il carisma necessari a  prendere in mano il timone della nave  dell’Università di Catania che sta affondando nel mare tempestoso della litigiosità permanente e di dirigerla con saggia ed illuminata lungimiranza a ritrovare le perdute rotte del prestigio e della credibilità. C’è bisogno di una guida in grado di rimuovere le principali cause delle pesanti ed umilianti difficoltà in cui attualmente si dibatte la nostra Università.

A riguardo il Codacons ha già richiamato l‘attenzione del mondo accademico sulle criticità la cui rimozione non è ulteriormente rinviabile e ripropone le seguenti linee di programma che a suo parere l’aspirante alla guida dell’Ateneo catanese dovrebbe fare proprie e inserire nel proprio programma elettorale.

1)    Didattica. Occorre procedere alla riorganizzazione dei servizi didattici essenziali e parallelamente alla riconsiderazione dell’ammontare delle tasse universitarie il cui elevato costo di fatto, anche a seguito della permanente crisi, si traduce in una negazione del diritto allo studio. Altresì, bisogna riprogrammare l’intera offerta formativa, imprigionata in schemi didattici obsoleti, spesso non in linea con concrete  prospettive occupazionali,  e appesantita da tanti improbabili e inutili corsi di laurea.

2)    Ricerca. Bisogna riqualificare l’attività di ricerca e rilanciare il ruolo dell’Università come partner scientifico la cui affidabilità ed autorevolezza nel campo della ricerca applicata sono state ultimamente fortemente compromesse.

3)    Precariato. In questo ambito è indispensabile verificare la correttezza della delle procedure di stabilizzazione nel ruolo dell’Università di quanti sono stati discriminati  e applicazione della normativa comunitaria relativa alla conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato.

4)    Rete Museale d’Ateneo. Occorre recuperare e rendere fruibili tutte le strutture museali universitarie, per la cui realizzazione l’Ateneo ha percepito a più riprese considerevoli risorse economiche pubbliche. Questo importantissimo patrimonio culturale allo stato risulta semiabbandonato o completamente abbandonato, in primo luogo Città della Scienza, Museo dello Studio, Museo della Citta, Casa delle Farfalle,

5)    Riserve Naturali. In questo campo non appare ulteriormente rinviabile un’azione di rilancio dell’impegno dell’Università nella gestione delle riserve naturali in affidamento, di recupero del rapporto di sinergia e di partecipazione con gli enti locali nella loro gestione, di ricostituzione  dei musei didattici già realizzati di supporto alla loro promozione e purtroppo smantellati dalla amministrazione uscente.

6)    Rapporti con gli Enti locali. Recuperare e rilanciare i rapporti di collaborazione con gli enti pubblici in particolare con tante amministrazioni comunali, da quella di San Gregorio a quella di Acireale, di Giarre, Melilli, Siracusa, Enna, Villarosa, Agira

7)    Fuori ruolo. Con l’andata via a seguito del pensionamento, l’Università perde continuamente un importante patrimonio di  esperienze acquisito  nel campo della didattica ed in quello della ricerca. Tuttavia, non tutti coloro che vanno in pensione lasciano l’Università. Infatti, resta un consistente numero di pensionati rappresentato in prevalenza da persone gradite ai vertici, dal Rettore ai Direttori di Dipartimento, che hanno libero accesso e continuano ad occupare locali e a consumare risorse. Occorre perlomeno normare i criteri di permanenza all’interno delle strutture universitarie dei fuori ruolo.

Con questi obiettivi, il Codacons scende in campo, anche attraverso la mobilitazione di docenti e tecnici che aderiscono alla associazione, per sostenere il candidato Rettore che si impegnerà ad attuare le linee programmatiche sopra esposte.

In ogni caso, il Codacons vigilerà attentamente affinché il nuovo Rettore si adoperi con il dovuto impegno e con tempestività per il superamento delle criticità sopraesposte nel superiore interesse degli studenti, della citta di Catania, della Sicilia intera.

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