CARO BABBO NATALE…

            Caro Babbo Natale, ti scrivo questa letterina perché mi piange il cuore nel constatare come, di fatto, a Ragusa la Cultura, i Beni Culturali e la relativa promozione turistica non siano oggetto della dovuta attenzione. La rabbia è tanta, perché ai Beni Culturali ed alla loro valorizzazione ho dedicato i miei studi, perché ho la fortuna di operare nel settore, ma prima di tutto perché Ragusa è la mia Città.

            L’ennesima riprova l’ho avuta stamattina, domenica 13 dicembre, presso il Castello di Donnafugata. C’è una splendida giornata di sole, tiepida nonostante l’inverno sia ormai alle porte, eppure c’è poca, pochissima gente; riescono ad animare un po’ la corte soltanto la tradizionale messa domenicale e il solito pullman di gitanti della domenica, oggi provenienti da Giarre. Dei turisti, quelli veri, neanche l’ombra.

Ed ecco la cosa più triste a vedersi: evidentemente, l’Amministrazione dev’essersi dimenticata che anche qui è Natale perché a ricordarlo c’è solo un piccolo alberello davanti alla biglietteria, installato solo grazie alla buona volontà del personale dipendente.

Se si consulta il sito web ufficiale del Comune di Ragusa, si scopre che l’unico evento “natalizio” in programma è previsto per sabato 19 p.v., alle ore 12:00: l’inaugurazione della mostra di anteprima della Galleria del Costume. Collezione: “Tre secoli di Moda – Gabriele Arezzo di Trifiletti – Ottocento – Moda: Estetica, vanità e mutamento”. Fino a quando sarà visitabile!? In quali orari!? L’ingresso sarà gratuito o a pagamento!?

Sul sito web del Comune di Ragusa ci sono solo queste scarne indicazioni, sperdute tra le righe che elencano le varie iniziative in programma in Città, dove tutto è appiattito sullo stesso piano dall’etichetta “Natale Barocco”, senza far distinzione alcuna, una sorta di livella per dirla con il principe Antonio De Curtis, in arte Totò. Del resto, per il Castello di Donnafugata continuano ad essere ignorate cose basilari come la segnaletica o il sito web dedicato.

Succede, caro Babbo Natale. Succede quando in un Comune fu Capoluogo con tanto di riconoscimento U.N.E.S.C.O. per il patrimonio architettonico Tardo Barocco, sede di una Diocesi cui fa capo buona parte di questo stesso patrimonio, a seguito delle dimissioni dell’assessore preposto, un settore strategico come quello della Cultura e dei Beni Culturali (e con esso quello degli spettacoli e degli eventi), è rimasto senza una guida, come una nave alla deriva senza capitano, perché il Sindaco ha avocato a sé tali deleghe: egli è l’ammiraglio dell’intera flotta, non il capitano della singola nave, de facto non ha certo a sua disposizione il tempo e conseguentemente l’attenzione necessaria da dedicarvi.

Succede, quando a questa già spiacevole contingenza, si aggiunge la scelta – assai difficilmente interpretabile come strategica – di separare questi settori da quelli del Turismo e dello Sviluppo Economico, per di più con il primo affidato alle cure di chi è oberato dai gravosi impegni delle altre sue delicatissime deleghe che, tra gli altri, riguardano il bilancio e i tributi, tant’è che l’Amministrazione si è dovuta avvalere della collaborazione esterna di un “addetto alla cura delle attività di promozione e valutazione degli eventi culturali a forte valenza turistica”, il cui costo grava sulle casse comunali (e non poco: solo nel 2015 circa 30.000,00 € fra retribuzione lorda e rimborsi spese vari), e continuerà a farlo almeno per tutto il 2016, dal momento che l’incarico è stato appena rinnovato con Determina Sindacale n° 70 del 10/12/2015. La cittadinanza resta in attesa del resoconto delle attività svolte e, soprattutto, delle reali ricadute positive che senz’altro devono esserci state, alla luce del rinnovo.

In una Città a chiara vocazione culturale e turistica come Ragusa questo stato di fatto è kafkiano! Pertanto, non ci si stupisca se, lungi dai soliti campanilismi, il dinamismo della vicina Modica resta ancora ammirevole, pur con tutti i suoi difetti, oppure se a parte l’enogastronomia e il Tardo Barocco di cui s’è detto (peraltro recuperato e valorizzato ancora solo in parte), il nostro patrimonio rimane ancora sconosciuto persino a buona parte degli stessi ragusani, ad iniziare da quello archeologico, noto solo a un ristretto numero di addetti ai lavori e di appassionati (con l’eccezione della Grotta delle Trabacche, ma solo perché si tratta di un “luogo di Montalbano”…).

Quindi, caro Babbo Natale, quest’anno sotto l’albero non farmi trovare balocchi. Fammi trovare del buonsenso insieme ai soggetti realmente capaci di maturare un approccio strategico adeguato al valore del nostro patrimonio e al suo potenziale turistico. Falli trovare a tutta la Città di Ragusa e soprattutto a chi la amministra.

 

                                                                          

 

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