47, MORTO CHE PARLA

Diversi intellettuali, chiaramente di sinistra, perché a destra ci sono, ma non sono molti, intervengono, in queste ore sul dibattitto politico che ha visto una sostanziale tenuta del centro destra, confermata anche alla Regione Lombardia, segno evidente che esiste un nocciolo duro di conservatori che resta fedele all’ideologia di destra, ad onta di scandali e beghe interne di partito che hanno, comunque, eroso il numero dei consensi.

Le attenzioni, però, sono rivolte esclusivamente alla sinistra e, in particolare al PD per la particolare situazione politica che si è venuta a creare.

Anche se non viene ammesso chiaramente, si sente nell’aria che è finita una stagione politica, che uomini, idee e principi debbano fare posto al nuovo, senza infingimenti e furberie varie.

C’è un terzo degli italiani che è immobile nella venerazione di Berlusconi, ma c’è una maggioranza, reale, di persone che vogliono cambiare, avere un paese diverso e, soprattutto, una classe politica nuova, giovane, al passo con i tempi.

Purtroppo ci sono molte persone che, ancora dopo questa tornata elettorale, si trastullano come sempre, pensando a chi sistemare alle varie Presidenze, del Senato, della Camera, della Repubblica. E la mossa è quanto mai deleteria perché significa che si è persa la testa, non si è lucidi, dal momento che intavolare una trattativa con i grillini ponendo, prima di tutto sul tavolo, la Presidenza della Camera significa non aver capito nulla. Serve solo a prendersi la risposta di Grillo che stamane ha detto: “ Niente fiducia, Bersani è un morto che parla”.

Piovono allora consigli e suggerimenti di strategie: c’è chi consiglia di cogliere al volo l’opportunità di aprire con Grillo una stagione di riforme che cambi il volto dell’Italia, c’è chi è più prudente e al posto di un pernicioso galleggiamento all’insegna della sopravvivenza politica, sottoposto al giogo di Grillo, preferisce una normalizzazione dei rapporti con la destra, con un appello in Parlamento alla responsabilità contro un pericolo populista che alcuni vedono come minaccia per la democrazia.

In pratica alcuni vedono profilarsi all’orizzonte un pericolo maggiore del peggiore Berlusconi, che governerà male, ha un enorme conflitto d’interessi, ma si muove sempre entro i confini della democrazia.

Non a caso fra i fautori di una trattativa con il PDL ci sono D’Alema, Veltroni, Violante e, forse, lo stesso Renzi, fino ad ora appartato, non si sa se per delicatezza o perché ancora vittima delle contorsioni da risate che lo hanno afflitto da lunedì pomeriggio.

E’ certo che in queste ore il leader del PD non sta dimostrando somma padronanza della situazione e brancola nel buio.

Occorre però annotare che, in un certo qual modo, potrebbe uscire dall’impasse, grazie alla più volte evocata collaborazione dei singoli parlamentari grillini.

In tal senso ci sono le prime dichiarazioni che mostrano qualche accenno di futuri scossoni all’interno del Movimento di Grillo. Come riporta affaritaliani.it,  si avvertono le prime fibrillazioni. Serenella Fuksia, neo senatrice, dice: “Se ci sono convergenze su singoli punti del programma posso votare la fiducia al governo Bersani”. Valentina Zafarana, portavoce del Movimento all’Assemblea Nazionale siciliana, attacca il suo leader: “Grillo adesso non decide più nulla. Non deciderà lui né Casaleggio se dare la fiducia al Senato a un eventuale Governo. Adesso è tutto nelle mani dei portavoce, in contatto con la cittadinanza”.

Sono queste ultime dichiarazioni forti che, sicuramente, avranno un seguito che potrà, anche illuminare sull’inizio dell’attività parlamentare.

Principe di Chitinnon

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