221 MIGRANTI, 170 UOMINI, 35 DONNE, 16 MINORI NON ACCOMPAGNATI, 1 CADAVERE E 5 SCAFISTI EGIZIANI FERMATI DALLA POLIZIA.

La Polizia ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di 5 egiziani che facevano parte dell’equipaggio che ha condotto l’imbarcazione in acque internazionali per essere soccorsa.

La Polizia Scientifica li ha identificati per: FARUQ Mahamed, nato in Egitto il 11.06.1979, AHMED Yusri, nato in Egitto il 01.01.1988, ISMAIL YOUSU Moustafa, nato in Egitto il 03.09.1992, HASSAN IBBRAHIM ALI Ibrahim, nato in Egitto il 10.06.1993 e ABDU ZIDAN Zidan, nato in Egitto il 01.06.1969.

I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 23:00 del giorno 23.07.2014, RCC Malta segnalava alla nave “OPV P62” dell’Armed Forces of Malta la presenza di un’imbarcazione con a bordo numerosi migranti. Alle ore 22:40 del 24.07.2016 la nave “OPV P62” intercettava l’imbarcazione segnalata e provvedeva al recupero dei complessivi 222 passeggeri (uno dei quali giunto già cadavere), dell’imbarcazione per la quale era già stato dichiarato evento SAR. Concluse le operazioni di trasbordo la nave “OPV P62” si dirigeva verso il Porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 7.00 del 27.07.2016.

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Molto delicate sono le fasi del trasferimento della salma dall’imbarcazione alla terra ferma ed il successivo esame del cadavere per accertare le cause del decesso.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno speso ogni energia per identificare gli scafisti ed accertare le cause della morte di un giovane sudanese di circa 25 anni.

Le indagini sull’individuazione degli scafisti di soggetti che sono partiti dall’Egitto sono molto complesse, in quanto bisogna quasi sempre identificare un vero e proprio equipaggio e  non un solo individuo.

La Polizia a Ragusa ha ormai raggiunto un elevato livello di professionalità ed imposta sin da subito le indagini in base al luogo di provenienza della barca. Basta pochissimo per individuare il luogo di partenza, segno già incontrovertibile la massiccia presenza di egiziani.

Dopo pochissimo tempo dal loro arrivo, gli investigatori avevano già individuato dei sospettati, coloro che avevano mani sporche di grasso dei motori della barca e coloro che portavano i segni dell’abbronzatura classici dei pescatori.

L’esperienza dei poliziotti non è stata tradita dalle indagini, difatti dopo ore ed ore di attività, sono stati individuati ben 5 scafisti tutti egiziani.

A bordo ognuno di loro aveva un compito anche se ogni tanto si alternavano per poter riposare; comandante, addetti ai motori e vivandieri, questi i loro ruoli.

Il viaggio è iniziato ben 11 giorni prima ma, dopo 6 o 7 il cibo e l’acqua scarseggiavano quindi i più vicini al comandante riuscivano a prendere qualcosa, gli altri soffrivano la fame.

Tra questi sofferenti, vi era il giovane sudanese che due giorni prima di essere salvati dal pattugliatore maltese, moriva per cause naturali così come constatato dal medico legale.

La morte del giovane è stata per questi motivi contestata anche agli scafisti che sapendo di dover affrontare un lungo viaggio non hanno pensato di portare al seguito cibi e bevande per tutti.

I migranti hanno pagato 3.000 dollari cadauno permettendo agli organizzatori di incassare oltre 600.000 dollari.

Gli scafisti già individuati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

 

 

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2016 sono 103 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

 

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