21° SECOLO: PROGRESSO O REGRESSO?

Pensando al 21^ secolo non può che venirci in mente la parola “progresso“. In effetti la scienza ha fatto passi da gigante. I trasporti e le comunicazioni sono sempre più efficienti, hanno migliorato lo stile di vita della gente. Tutto è a misura d’uomo,o come l’uomo comanda, il quale non ha più bisogno di spostarsi per provvedere a sé e alla sua famiglia, la sua vita è arricchita da mezzi tecnologici che lo aiutano  a raggiungere prima i propri obiettivi e le proprie scadenze. Tutto potrebbe dirsi migliorato. Ma non stiamo forse tralasciando qualcosa? Tutto viene concentrato sul successo e a molti non importa il modo per raggiungerlo, legale o illegale che sia. Di conseguenza si perdono i  veri valori, le vecchie abitudini e l’uomo  finisce per diventare anche esso una macchina tecnologica,  che vuole  sempre di  più e non si riesce ad accontentare, vuole sempre di più. Ciò porterà l’uomo alla ricerca di spasmodica di quello che non ha e non riuscirà ad essere mai felice, perché ha perso il piacere che traeva dalle piccole cose.

 Il progresso è importante, ma dobbiamo stare attenti a quello che ne rappresenta la parola stessa.

La parola progresso è come una medaglia, ha due facce: positivo da un lato , negativo dall’altro; i suoi effetti positivi vengono osannati e divulgati in ogni modo, gli effetti negativi vengono nascosti soprattutto quelli a carico delle nuove generazioni.

In Italia, e nel Mondo, sono sempre più i bambini ossessionati dai telefonini, dalle playstation e da altri oggetti tecnologici, tanto è vero che preferiscono questi agli amici reali. Ma la colpa non possiamo darla solo al progresso. In questo caso, dovrebbero essere i genitori a capire quando far conoscere questi aggeggi ai propri figli, per evitare di farli diventare schiavi della tecnologia. Ecco uno degli effetti negativi che  il progresso ha sui ragazzi, ma non è l’unico.

Una volta, per esempio a tavola , guai a chi parlava (che esagerazione!), adesso il nostro pasto è condiviso con la tv e social network vari;

Una volta le persone si guardavano negli occhi, adesso si guardano tramite Skype;

Una volta, quando succedeva qualcosa, la si condivideva con gli amici o con i familiari, adesso la si condivide su Facebook, in cambio di mi piace e di faccine colorate.

 Eppure se ricerchiamo la parola “uomoscopriamo che associano il seguente significato “specie evoluta“, “essere dotato di intelligenza superiore“-già, talmente tanto da non accorgersi di essere un burattino nelle mani del mercato- essere suscettibile ai sentimenti e al dolore, ma che ignora quello altrui.

Ebbene si. Questa è la società in cui viviamo. Una società in cui le tecnologie hanno preso il posto delle persone e dove la gente è sempre più insensibile  nei confronti di chi ha bisogno. Ma che importa potrebbe dire ( o pensare) qualcuno. Ci sono cose molto più importanti come vestire sempre all’ultima moda, come avere tanti like e tanti followers sui social, come l’essere esteticamente perfetta.. e se non lo si è? Che problema c’è? Si ricorre alla chirurgia estetica, anche a 18 anni; perché al giorno d’oggi, se non sei perfetta  non sei nessuno; perché è questo quello che importa davvero o, almeno, è quello che ci fanno credere alcune trasmissioni tv in cui la parola d’ordine è bellezza fisica a tutti i costi, tralasciando sentimenti ma soprattutto buon senso. Si sono d’accordo quando dicono che l’uomo ha subito un notevole progresso: da uomo scimmia si è trasformato in uomo marionetta, il che non è poco.

Concludendo forse un po’ tutti dovremmo osservare i nostri comportamenti e correggerli magari, prestando più attenzione a ciò che “realmente” ci circonda cogliendo le potenzialità che le nuove tecnologie offrono ma non tralasciando lo spazio e il tempo per la vera socialità.

L’uomo è un animale sociale è il contatto fisico con i suoi simili non può essere soppresso.

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Articolo redatto da: Stefania Civello

 Classe 4 bT

Istituto Tecnico Economico & Turismo“ G. Garibaldi”  Marsala

Docente referente del progetto: Teresa Titone

 

 

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