Tre nuove campane per la Madonna delle Lacrime di Modica. Questa domenica celebrazione con il vescovo

Questa domenica 7 aprile alle ore 11.00 presso la Parrocchia Madonna delle Lacrime di Modica, il Vescovo Mons. Antonio Staglianò, presiederà una celebrazione Eucaristica in cui benedirà le tre nuove campane della parrocchia. Una di queste campane è “storica” in quanto era situata nella Chiesa dell’Addolorata in Via Raccomandata a Modica. Vi proponiamo la riflessione di Pierpaolo Galota: Tre nuove campane, di cui una storica, nella Parrocchia Madonna delle Lacrime di Modica.
Una volta c’era un antico mestiere, colui che lo esercitava aveva il compito di organizzare la vita degli altri, più che un mestiere era un servizio importante per la città, per il quartiere, e per ogni singolo cittadino. Un servizio che veniva dato dall’Istituzione ecclesiastica, un servizio importante perché non serviva soltanto a scandire l’orario, e quindi a dare inizio e fine alla giornata, ma serviva a diversificare i giorni feriali da quelli festivi, a dare annunci importanti come liete ricorrenze, ma anche a segnalare pericoli imminenti. Insomma il campanaro era un servizio arduo da rendere, perché andava reso con arte e attenzione, perché bastava sbagliare un tocco, che si rischiava di non capire cosa stesse succedendo in paese. Un arte che ancora oggi in alcune parti dell’Italia e del mondo viene ancora reso, anche se forse sempre meno, visto l’avanzamento tecnologico in materie di campane e orologi. Ciononostante il suono delle campane non è mai scomparso della città, anzi è andato migliorando, riuscendo a diffondere anche ottime melodie. La campana si potrebbe dire era, è e sarà un elemento importante nella società, era il segno di un ora che passava, il segno di qualcosa che stava per avvenire.
Modica città delle cento chiese, per antonomasia, presumo era forse città di almeno altrettante campane, se non di più! Infatti tutte le Chiese rupestri, antiche, barocche moderne, di campagna o di paese, prevedono una torre campanaria. La campana un tempo, quando l’orologio da polso (o altro mezzo per segnare l’ora) non era appannaggio di tutti, era l’unico strumento per comprendere se era tempo di lavorare, di festeggiare, o di pregare. Le campane, dunque possono essere viste anche il simbolo di una civiltà, che va sempre in crescendo, anche se molte volte oggi si assiste a richieste di soppressione delle campane, per disturbo alla quiete o anche per inquinamento acustico. Ma un tempo, non troppo lontano, quando ancora la Sorda era una ridente zona di campagna, era bello sentire nella cittadina la nonna che diceva alla nipote “*sta sunannu angnunia* (e chiedeva di fare silenzio per capire)”, cioè stava suonando letteralmente «l’agonia», il suono tipico della campane nel Venerdì Santo, in riferimento all’agonia di Gesù, ma si suonavano un tempo anche quando il Sacerdote si recava dal moribondo per potare il viatico. O in base al numero di rintocchi si capiva se il funerale che si stava per celebrare era di uomo o di una donna. Oppure sentire lo scampanio festoso che annunciava che a breve ci fosse stata la celebrazione eucaristica, o sarebbe uscito il simulacro del Santo, o anche quando si diceva “attaccaru i campani” cioè veniva legata la corda per non farle suonare durante il ricordo della morte di Gesù, per essere poi “sciolte” e suonate con energia e gioia all’annuncio della Risurrezione.
Le campane erano quindi, e sono ancora oggi un elemento vitale nella società, che si sono adattate abilmente anche alla rivoluzione tecnologica e soprattutto digitale. Dopo il boom delle campane elettroniche, si va tornando alla campana “classica” che ben si adatta con le tecnologie, e permette ancora meglio di riscoprire gli splendidi suoni delle campane, e così restare meravigliati e stupefatti
Ed è forse questo il motivo di quello che sta per accadere nella Parrocchia Madonna delle Lacrime di Modica, non è sicuramente un ritorno a qualcosa di antico, ma è il non voler dimenticare l’essenza delle cose, come per esempio che il suono della campana non è qualcosa di registrato, ma è qualcosa che viene prodotto dal battente all’interno della campana, attraverso dei movimenti ben precisi.
Infatti il 7 aprile 2019 alle 11.00 il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, presiederà una Celebrazione Eucaristica, in cui alla fine vi sarà il solenne rito della benedizione di tre nuove campane. Anzi due nuove campane e una campana con una bella storia alle spalle, di una certa importanza, la quale proviene da una Chiesa che si trova nel cuore della Città, proprio sotto il Castello, in Via Raccomandata 23, dove un tempo sorgeva un Monastero del ‘600, andato distrutto del tutto con il grande terremoto del 1693, ricostruito in seguito, sul finire del ‘800 divenne un ospizio, un ricovero, per poi divenire nei primi del ‘900 l’Asilo Infantile Regina Margherita, o meglio conosciuto come la Raccomandata, una scuola gestita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, oggi presenti vicino alla Parrocchia Madonna delle Lacrime.

Scrive Franco Libero Belgiorno in *Modica e le sue chiese. Dalle origini del cristianesimo ad oggi*, volume edito dalla “G. Poidomani” del 1955:
“S. Maria dell’Addolorata o della Pietà detta primieramente anche di Santa Teresa; sita in via Raccomandata. Alla Chiesa è attiguo un Ospizio, oggi Asilo Infantile Regina Margherita; l’antico Monastero venne fondato dalla nobildonna Margherita Ferrera e divenne Asilo di Infanzia, con deliberazione Consiliare del 9 marzo 1878; Ente Morale lo era già sin dal 1877, per Decreto Reale. La stessa munifica fondatrice, con suo testamento del 3 giugno del 1635, fondò nell’attigua Chiesa una messa quotidiana come da documento rogato dal notaio Lorenzo Giardina. Anche un certo don Rocco Zacco, con suo testamento fatto presso il notaio Giacomo Ragosta il 10 novembre del 1646, lasciò alla Chiesa una «bottega in contrada della Piazza che allor locavisi sette onze all’anno» per celebrarsene, con la rendita, messe feriali. Altre messe risultano fondate in tale Chiesa da Gaspare Zacco, per testamento in data 13 giugno 1653, notaio Giacomo Ragosta, da don Francesco Pluchinotta, e dal dottor don Pietro Ruffino, per suo testamento in data 10 febbraio 1632, notaio Francesco Rizzone. La Chiesa odierna, distrutta dal terremoto la primitiva, venne riedificata dopo il 1693, così gran parte del vecchio secentesco Monastero. Il tempio è ad una navata e nell’interno, decorso, si ammira un buonissimo dipinto, di Ignoto, raffigurante Santa Geltrude” (157-158).

È significativo come questa terza campana, con un bel po’ di anni sulle spalle, torni a suonare in una Chiesa, che ha il titolo similare a quella in cui per secoli ha scandito l’ora, e torna a suonare, a segnare l’ora, di nuovo vicino a una scuola, anzi vicino alla sua scuola “Regina Margherita”, o per meglio dire “A Raccumannata”.

Le tre campane sono dedicate a Maria e ai Santi, in particolare le prime due che verranno benedette per la prima volta sono dedicata una a Maria Madre della Chiesa, l’altra alle Sante Martiri di Sicilia Agata e Lucia, mentre la terza, che sarà alla sua seconda benedizione, o l’ennesima, questo non è dato saperlo, in quanto ci vorrebbero un po’ di ricerche, è dedicata a Don Bosco e a San Domenico Savio.

Domenica 7 aprile dopo il solenne rito della benedizione e previsto il primo rintocco delle tre campane con la preghiera dell’Angelus, a conclusione della celebrazione. Mentre per il 14 aprile, Domenica delle Palme, è previsto alle ore 12 il primo concerto campanario, un occasione di stupore e di meraviglia per i più piccoli e di ritorno alle origini per i più grandi.

Pierpaolo Galota
[image: image.png]

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it