Sversamento in contrada Moncillè: la questione arriva in Parlamento

Lo sversamento di contrada Moncillè, territorio di Ragusa, arriva al parlamento nazionale. Su richiesta di Legambiente, l’onorevole Rossella Muroni ha presentato un’interrogazione, eletta nella lista “Liberi e uguali”.

“Ci siamo rivolti all’Onorevole Rossella Muroni, che ringraziamo per aver presentato l’interrogazione, perché se questa vicenda continuerà a restare in ambito locale temiamo non troverà soluzione. Un pozzo petrolifero dal quale si determina una continua e copiosa perdita di greggio, peraltro dopo la sua dismissione, ha valenza di emergenza nazionale e la gravità ambientale non può essere taciuta dai responsabili. Ci aspettiamo che ENI una volta per tutte faccia chiarezza pubblicamente con la comunità iblea ma ancora di più che il Ministero per la Transizione ecologica intervenga sulla vicenda”- dichiara Alessia Gambuzza del Direttivo Legambiente Sicilia

Così si legge nel testo dell’interrogazione:

“Com’è possibile che un’azienda della portata di Eni non riesca a mettere in sicurezza un pozzo sulla terra ferma per tutto questo tempo, tanto più che non si tratta di una piattaforma petrolifera nella fossa oceanica delle Marianne? – chiedeva il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani in occasione della tappa di Goletta Verde del luglio 2019 – Chiediamo con forza informazioni sul quantitativo di petrolio fuoriuscito e sui danni ambientali già provocati, che dovranno essere bonificati a spese dell’azienda”;

“La totale mancanza di trasparenza nei confronti dei cittadini siciliani è a nostro avviso intollerabile – affermava Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – suggerisce la volontà di non far emergere il problema, e anzi di sottacerlo. Chiediamo il blocco delle trivellazioni in regione, la riconversione del sistema energetico regionale fondata su efficienza e rinnovabili, perché i piccoli giacimenti come quello di Ragusa rappresentano un accanimento terapeutico per il nostro territorio”,

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