SE NECESSARIO FAREMO NOMI E COGNOMI DELLA CLIENTELA

La risposta del sindaco di Modica sulla vicenda legata allo “Scandalo Quetzal”, è la chiara dimostrazione di come  egli oramai si sia completamente dissociato dalla realtà e abbia perduto anche quel labile contatto che conservava con il sentimento popolare, a meno che non lo confonda con il sentimento di solidarietà settaria che caratterizza l’entourage che lo circonda.

 A denunciare la vicenda , imbarazzante per i modi in cui è stata condotta e per i legami che il sindaco ha con i protagonisti negativi, non sono stati come lui ha sostenuto”…alcuni signori e alcuni giornalisti…”, ma un sindacato rappresentativo di milioni di italiani, la Cisl, il V.Presidente del Consiglio provinciale nonché autorevoli giornalisti di altrettanti autorevoli testate che hanno dedicato alla vicenda addirittura le aperture, facendo ancora di più risaltare il fragoroso silenzio di chi, incredibilmente, ne ha taciuto.

Preso dal suo delirio di onnipotenza il sindaco dimostra di non accettare , non solo le critiche dell’opposizione e del sindacato , ma neanche le legittime critiche che gli provengono da alcuni dirigenti del suo stesso partito, che egli scambia per minacce , ricatti  e lesa maestà. Per celare tale dissenso arriva addirittura a negare , come ampiamente riportato da alcuni organi di stampa e confermato da uno dei partecipanti, che si sia tenuta una riunione quasi “carbonara” all’interno del partito democratico per arginare uno scandalo annunciato.

Come se ciò non bastasse, mancando di qualsiasi forma di rispetto istituzionale, ed abituato al silenzio di una impalpabile opposizione , il sindaco taccia come “…personaggi che lo indignano”,  coloro i quali hanno inteso denunciare tale vicenda, mostrandosi “…indignato per il livello infimo a cui si sta riducendo il confronto in Città” e dicendosi vittima di un “…trattamento non riservato a nessun sindaco di questa Città”.

Probabilmente la memoria volutamente corta e fallace del sindaco e dei suoi più stretti consiglieri , in piano stile marxista, gli ha fatto dimenticare i toni , gli accenti, le offese, ivideo proiettati nelle piazze durante i loro pubblici comizi, che hanno caratterizzato l’ultima campagna elettorale ed il dibattito politico di questi ultimi tre anni.

Per queste ragioni non solo ribadiamo per intero la nostra indignazione per lo “scandalo Quetzal”, nonché per tutti gli intrecci di natura personale che vi sottintendono, ma siamo anche disponibili a fornire al sindaco e ai suoi alleati  che pure da lui sono stati trattati con sufficienza e licenziati con una alzata di spalle in occasione della vicenda Minardo, e a tutta la Città,  le prove di come la cooperativa fosse una dependance clientelare dello scandalizzato primo cittadino e del suo entourage; se necessario, anche  con nomi,cognomi e relativo grado di parentela.  

 

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