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Scicli, la sacra rappresentazione delle Milizie torna a incantare: Carlo Cartier firma la regia 2025
26 Mag 2025 12:20
L’attore modicano, che ha vestito sul palco i panni dell’Eremita nel 2011 e dalle quinte il ruolo di regista nel 2014, torna per l’edizione 2025 a curare la regia. Affidandosi a due attori come Giuseppe Ferlito chiamato ad interpretare il Conte Ruggero d’Altavilla e Marco Comitini che sarà l’emiro Belcane. Due attori giovani ma di grande esperienza che guideranno sabato sera, con inizio alle 20, il canovaccio dei personaggi della rappresentazione sul palco di piazza Italia alla quale partecipano anche attori amatoriali e giovani studenti nella tradizione centenaria della rappresentazione sacra affidata al popolo. “E’ molto più di una festa, è identità, è memoria, è appartenenza. Con la sacra rappresentazione del miracolo della Madonna a cavallo, a Scicli si fonde storia, fede e teatro in un rito collettivo unico dando ritmo e coerenza alla narrazione nel rispetto della tradizione – spiega Carlo Cartier – la colonna musicale dell’intera rappresentazione è stata scelta per accompagnare emotivamente ogni momento affidando ad ogni brano il compito di evocare tensione, forza ed alla fine anche meraviglia”. A curare l’evento, nell’organizzazione teatrale, è l’associazione che fa capo a Giuseppe Ranzani che sta diventando un veterano in un evento esterno alla festa della co-patrona Maria SS. Delle Milizie.
C’è entusiasmo attorno a questa edizione 2025.
“Sono certo che sabato 31 maggio sul palcoscenico di piazza Italia splenderà il sole della vittoria” queste le parole del giovane Giuseppe Ferlito attore di grande esperienza che veste i panni del conte Ruggero d’Altavilla nella rappresentazione del miracolo della Madonna delle Milizie che aiutò i cristiani nella pugna contro i saraceni decisi ad assogettare ad essi il territorio. “Un racconto senza tempo che prende vita tra luci, suoni e passioni. Quest’anno ci saranno sorprese, colpi di scena, sarà un’edizione da ricordare. Non è soltanto una rievocazione storica ma è un viaggio nel cuore della nostra identità, un rito collettivo, millenario che prende vita sotto gli occhi di una comunità sempre più coinvolta e numerosa”.
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