È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
QUASI GOL
01 Mag 2017 08:36
E’ rimasta per gli appassionati calcio quell’espressione sportiva di Niccolò Carosio, mitico radiocronista sportivo, che esclamava per i tifosi appiccicati alla radio il suo “quasi gol” allorquando il pallone non entrava in porta ma andava a sbattere su un palo della porta.
Con le elezioni primarie di ieri i “!tifosi” piedillini (almeno i più anziani) hanno di certo ricordato il “quasi gol” di Carosio quando hanno saputo che a votare per le primarie ci sono andati 2 milioni di persone che seppure in numero inferiore a quello precedente c iò non ostante è stato considerato un successo se si considerano le diatribe vistose e concrete di settori del partito che non sono riusciti a trovare un punto di accordo politico prima delle primarie per eleggere il segretario del partito. Tale circostanza farà riflettere le tre fazioni perché la lezione che i votanti e gli iscritti del pd presentandosi a votare in 2 milioni avanti gli 80 mila volontari che hanno fatto realizzare le modalità di votazione è molto probabile che hanno inteso avvertire i loro rappresentanti che lacerarsi all’interno i maniera così vistosa altro risultato non avrebbe potuto dare se non quello di togliere in via definitiva quel “quasi” al famoso detto di Carosio.
Renzi è stato il più votato e quindi guiderà il suo partito e non potrà di certo ripetere a Gentiloni quello “stai sereno” di lettiana memoria. I pentastellati sono considerati il punto di riferimento politico della maggioranza degli elettori e rappresentano, pertanto, un avversario forte e compatto con ampie e concrete probabilità di vittoria anche se si deve ancora superare lo scoglio, peraltro non aggirabile, dell’approvazione della legge elettorale per la Camera, responsabilmente sollecitata dal Presidente Mattarella. Le tre forze politiche (Pd, M5Stelle, raggruppamento più o meno probabile fra Salvini,Meloni e Berlusconi) devono necessariamente trovare un punto di accordo o di tacito contatto perché altrimenti il Paese rischia danni politici e specialmente economici di elevata portata.
Di certo si troverà un accordo per la legge elettorale, ma rimane pur sempre la grande incognita della composizione della maggioranza che dovrà governarci perché non siamo all’inizio ma alla fine prossima della legislatura. In altri tempi allorquando si verificavano divergenze fra i partiti e non si riusciva a mettere su un governo stabile non di rado si dava vita a quale governo “balneare” in attesa di tempi e di accordi migliori. Ora non è possibile e la dimostrata sensibilità degli elettori sarà di certo in grado di premiare o bocciare quella formazione che fa prevalere l’interesse di parte rispetto a quello nazionale.
E non bisogna, altresì, dimenticare che siamo in un Paese che assieme ad altri ventisei fa parte di un patto europeo nei cui confronti dobbiamo adeguare le esigenze nazionali. Questa condizione può talora favorirci o danneggiare, ma fino a quando ci siamo dentro la dobbiamo rispettare con tutte le conseguente negative o positive che ne possono derivare. Sono questa condizioni così complesse che non possono esaurirsi in penetranti slogan.
Con le primarie di ieri si è inteso restituire a Renzi la possibilità di tentare una nuova esperienza, ma la condizione essenziale di cui necessita è che all’interno del suo partito non ce ne sia un altro. Se ciò dovesse verificarsi forse non ci sarebbe più bisogno di eleggere un nuovo segretario con altre votazioni. Non andrebbero a votare neanche gli iscritti.
Noi cittadini abbiamo bisogno di un governo stabile in grado di vivere i problemi che ci affliggono. La diminuzione delle nascite, l’alto numero di poveri e di giovani disoccupati non sono fatti transeunti o aspetti da sottovalutare. Fra i tanti bisogni di cui ci lamentiamo di non avere questi, di certo, sono i primi e gli essenziali.
Politicus
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