Pozzallo:Fermati 2 cittadini eritrei che hanno condotto un barcone in legno con 450 migranti

La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di
colpevolezza a carico di:

HAILE Yemane, nato in Eritrea il
01.01.1979 e TAGHLET Yohanas, nato in Eritrea il 01.01.1978.

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite
dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo
25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di
trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare
l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.
Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza
illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3
persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza
illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed
inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono
state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot
Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri
centri.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 16:51 del giorno 26.06.2017
l’unità navale “SPS VITTORIA” (Marina Militare spagnola), in qualità di
coordinatrice dei soccorsi in area SAR, disponeva all’unità navale “COMANDANTE
FOSCARI” della Marina Militare italiana di procedere al soccorso dei migranti
che viaggiavano a bordo di una grande imbarcazione in legno.

Alle successive ore 17:01 la nave
“COMANDANTE FOSCARI” avvistava l’imbarcazione segnalata, ed accertava trattarsi
di una barca in legno di colore blu della lunghezza di circa 30 metri. In
considerazione dell’elevato numero di migranti a bordo e delle scarse
condizioni di galleggiabilità, veniva dichiarato evento SAR e, pertanto, la
nave “COMANDANTE FOSCARI” dava inizio al trasbordo dei migranti. Durante le
operazioni di trasbordo dei migranti della barca in legno, la nave “COMANDANTE
FOSCARI” veniva inviata in altri vicini punti di mare al fine di effettuare il
soccorso ed il trasbordo di altri due natanti in condizioni di galleggiabilità
ancora peggiori della barca in legno che stavano già soccorrendo. Nell’area
interessata dalle operazioni SAR agivano complessivamente tre unità di soccorso.
Dopo aver effettuato il trasbordo di parte dei migranti di altri due eventi SAR
(rispettivamente un’altra barca in legno ed un gommone), la nave “COMANDANTE FOSCARI”
riprendeva il trasbordo dei migranti della prima barca in legno, completando le
operazioni alle successive ore 23:00. Durante le fasi di soccorso in acque
internazionali la nave “COMANDANTE FOSCARI” riceveva dalla nave “FIORILLO CP
904” della Guardia Costiera Italiana una donna ed un neonato appena partorito.
Alle successive ore 20:46 il neonato cessava di vivere per sopraggiunto arresto
cardiocircolatorio.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Particolarmente delicate le fasi di arrivo della salma del piccolo nato a
bordo di una delle barche in legno soccorse. La Polizia di Stato si è occupata,
tra le altre cose, dell’invio della salma presso l’ospedale di Modica dove il
neonato è stato sottoposto ad ispezione da parte del medico legale. Tutte le
fasi sono state seguite dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Scientifica.

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto
bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia
Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta
prioritaria.

Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e
Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi
coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre
regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della
Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata
prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure
mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri
uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come
gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa
Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano
sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose
incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee
strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato
piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le
operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei
nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al
loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia
di Stato che lavorano senza sosta.

 

                                                                    LE
INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con
la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri,
hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 2 scafisti a distanza di
pochissime ore dall’approdo della nave italiana.

In questa
occasione le indagini sono state particolarmente complesse, non solo perché
contemporaneamente bisognava investigare su tre distinti natanti soccorsi, ma
soprattutto per individuare subito se vi fossero responsabilità penali in
ordine alla morte del piccolo nato a bordo.

Proprio gli
eventi più traumatici rendono le indagini più complesse, in quanto
psicologicamente tutti i migranti sono meno disposti a dialogare. La Polizia,
ormai esperta nella gestione di eventi di questo tipo, ha assistito i migranti
e, grazie al supporto reso dagli interpreti, dopo poche ore è stata conquistata
la fiducia dei passeggeri.

Grazie alle
loro testimonianze, così come quelle rese dalla madre appena sbarcata e
condotta in ospedale per accertamenti, è stato possibile accertare quanto
accaduto. La donna di origini somale si trovava a bordo di un’imbarcazione in
legno e durante la traversata ha spontaneamente partorito. A bordo vi era un
sedicente medico ed alcune migranti che hanno assistito la puerpera durante il
parto. Il bambino non appena nato aveva difficoltà respiratorie e nonostante il
soccorso avvenuto 30 minuti dopo il parto, dopo poche ore cessava di vivere per
arresto cardiocircolatorio.

Dopo aver
appurato che l’evento morte del neonato non fosse collegato con la condotta
degli scafisti, gli investigatori si concentravano nel ricercare gli scafisti
ed in questo caso sono stati individuati 2 cittadini eritrei. La presenza,
esclusivamente, di cittadini eritrei a bordo della barca sottoposta ad
indagine, rende particolarmente difficile l’individuazione degli scafisti
poiché i migranti della stessa nazionalità temono ritorsioni in caso di
dichiarazioni testimoniali rese alla Polizia.

Con
professionalità e determinazione gli operatori di Polizia, dopo meno di 6 ore
dall’avvenuto approdo e sbarco dei migranti, hanno individuato gli scafisti
responsabili di aver condotto la barca in legno previ accordi con i membri delle
organizzazioni libiche.

Al termine
delle indagini, gli scafisti sono stati associati presso la casa circondariale
di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa competente
territorialmente.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa
volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato
di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura
della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli
scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della
Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul
fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e
quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la
ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini
dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità
Giudiziaria.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2017 sono 56 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati
arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso
numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della
Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione
Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per
gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle
Italiane.

 

 

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